Un’altra interessante esperienza di vita a livello organizzativo per Giorgio Cipolletta, che ha preso parte al torneo maschile di tennis ATP 500 svoltosi a Vienna a fine ottobre. In un periodo in cui il tennis si configura come uno sport in grandissima ascesa, grazie alle incredibili e per ora inarrestabili performances di Jannik Sinner, il talento azzurro altoatesino arrivato al n.1 sul tetto mondiale, per il nostro concittadino è stata una grandissima soddisfazione ed emozione il vivere in prima persona e vedere da molto vicino l’organizzazione e lo svolgimento delle varie fasi della competizione, sia davanti che dietro le quinte.
Un evento sicuramente stimolante ed affiscinante sia a livello prettamente organizzativo ed impersonale che a livello emotivo, avendo avuto la possibilità di sentire e percepire direttamente tutte le emozioni che gli atleti provano sia nei momenti migliori, che in quelli di maggiore difficoltà. Le fortissime ed intense e a volte contrastanti sensazioni individuali che il tennis, definito da Adriano Panatta e da altri addetti ai lavori come “lo sport inventato dal diavolo”, riesce a procurare agli atleti ed agli spettatori, perchè nel giro di un singolo punto, possono cambiare improvvisamente e completamente tutte le dinamiche e le sorti di un intero match. Uno degli sport in cui il fattore mentale riveste un ruolo molto importante, sempre però accompagnato dal talento puro e dalle qualità tecniche.
L’unica piccola delusione per Giorgio è stata quella del forfait del nostro portabandiera Sinner, che ha dovuto saltare questo torneo che aveva vinto nella scorsa edizione, dove era stata una tappa importante della sua vertiginosa scalata al vertice della classifica mondiale. Il nostro portabandiera ha dovuto fare delle scelte, in un calendario tennistico molto affollato e pieno di impegni gravosi e dove la programmazione degli incontri e degli impegni riveste un ruolo importante sia a livello fisico che mentale. Le ravvicinate tappe del prestigioso Master, tra i migliori 8 tennisti del mondo e le finali di Coppa Davis con l’Italia, hanno consigliato questa scelta molto oculata e ben ponderata. La piccola delusione dell’assenza di Sinner è stata compensata dalla spelndida esperienza complessiva, che un evento globale, come una tappa mondiale come questa di Vienna riserva a chi la vive direttamente di persona dal di dentro.
Gabriele Cipolletta