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Commozione per l’ultimo saluto terreno a Franca Ticà

«La morte non è gradevole, il dolore inaccettabile, lasciarsi è una parola scomoda. È però importante capire la parola resurrezione (come indicato dal vangelo di Giovanni letto nel corso dell’omelia funebre, ndr). Se diciamo che con la morte tutto finisce è il nulla assoluto. Ai familiari di Franca dico di custodire la memoria per rafforzare il legame con la loro congiunta nella consolazione della speranza della resurrezione. La morte, per noi cristiani, non è la fine di tutto».

È un passo dell’omelia del cardinale Edoardo Menichelli che ha concelebrato con don Aldo Romagnoli la funzione del saluto a Franca Ticà, scomparsa a 71 anni a seguito dell’aggravarsi di una malattia che la stava mettendo a dura prova da alcuni mesi.

La cerimonia, molto partecipata, ha avuto luogo stamane nella chiesa di San Domenico dove per l’ultimo saluto sono accorsi i tanti parenti ed amici delle famiglie Ticà e Cirichelli.

Franca, sposata con Sandro Cirichelli («ricorda che è stato un grande giocatore della Settempeda», ha suggerito il totem del calcio biancorosso “Checco” Sfrappini), lascia le figlie Lorenza e Valentina, i generi Gian Luca e Luca, gli amati nipoti Matilde, Edoardo e Ginevra, il fratello Luigi e le sorelle Lella, Rita e Angela.

«Serbate nel vostro cuore il ricordo di Franca sposa, mamma, nonna, dedita con passione alle cure domestiche ed al lavoro – ha concluso il cardinal Menichelli – per rafforzare il legame con la stessa fino alla resurrezione». Perché con la morte non finisce tutto.

Lu.Mus.

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