Chiamando un bambino a sé, sull’altare, il vescovo Francesco Massara gli ha chiesto cosa volesse per regalo a Pasqua. Lui, colto un po’ di sorpresa, ci ha pensato su e poi ha detto: “Un uovo di Pasqua!”.
Giusto! Come è giusto regalare qualcosa ai bambini quando se lo meritano. Agli adulti invece il vescovo ha chiesto per questa Pasqua di regalare tempo e ascolto alle persone vicine, a chi ne ha bisogno. “Tempo di qualità” per saper ascoltare anche gli altri, con le loro esigenze, dubbi, timori, sogni, pensieri…
E’ iniziata così, con questa riflessione alla fine della messa per la Domenica delle Palme, la settimana santa che ci porterà alla Pasqua, il giorno più importante per i credenti. C’erano oltre un migliaio di persone, tenuto conto che le sedie – circa settecento – erano tutte occupate e c’era moltissima gente in piedi ai margini della piattaforma e fra i portici della piazza.
“Per la prima volta – ha detto monsignor Massara – siamo riusciti a celebrare la messa in piazza grazie ai tanti volontari che hanno perfezionato ogni dettaglio per far sì che la manifestazione riuscisse nel migliore dei modi, perché niente accade per caso. Ringrazio il sindaco Rosa Piermattei, le autorità civili e religiose presenti, le confraternite, i volontari della Protezione civile e tutti i sacerdoti che sono al mio fianco”.
Una novità assoluta quella della messa all’aperto nel cuore del centro storico che sicuramente ha cementato la comunità locale e ha riportato alla mente la funzione partecipatissima, al palasport “Ciarapica”, officiata da don Aldo Romagnoli (presente anche domenica) nella notte di Natale del 2016, a distanza di qualche settimana dal sisma che ha messo a dura prova i settempedani.
I fedeli, che hanno ricevuto la rituale palma, hanno apprezzato la cerimonia che è iniziata con una breve processione dalla chiesa della Misericordia ed è culminata poi nella lettura del vangelo di Marco narrante la passione di Gesù a tre voci, fra cui quella di padre Luciano Genga.
L’evento, a cui hanno preso parte le autorità cittadine e l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, ha coinvolto anche le confraternite, le suore dei monasteri della città, i frati. Ad aiutare nell’organizzazione gli scout e le parrocchie.
Per il servizio d’ordine l’organizzazione ha potuto contare sui volontari del gruppo comunale di Protezione civile mentre per l’allestimento dell’altare e del palco hanno dato il loro contributo operai e tecnici dell’ufficio Manutenzioni del Comune. Erano in servizio Polizia locale, Carabinieri e Croce rossa. Sono arrivate a San Severino pure le telecamere di Raitre per un servizio andato in onda sul Tg Marche.
Molto apprezzato il coro, composto da vari cori parrocchiali e arricchito dalle suore Clarisse e Smac.
“Credo che una manifestazione così ben riuscita non si vedesse in piazza da tempo”, ha commentato uno dei tanti fedeli partecipanti.