“L’efferato delitto di Alika ha stordito la nostra comunità”. Così il presidente del Consiglio regionale delle Marche, Dino Latini, si è rivolto ieri all’Aula prima del minuto di silenzio per ricordare l’uomo di origini nigeriane ucciso a Civitanova Marche lo scorso 29 luglio. “Non ci sono parole – ha proseguito – per un assassinio tanto bestiale quanto futile, perché non sarebbero adeguate alla risposta che uno Stato civile e democratico deve saper dare nel condannare senza appello il responsabile e nelle stesso tempo nel saper fornire rieducazione e cura. Il pensiero dei marchigiani è per la famiglia di Alika, una persona prima di tutto, poi cittadino del mondo e marchigiano elettivo”.
Secondo il presidente Latini, però, non possono essere nascoste alcune carenze evidenziate da quanto accaduto. “La società liquida della spettacolarizzazione – ha stigmatizzato – ha paralizzato chiunque fosse presente, impedendo di intervenire per fermare il delitto. A noi il dovere ineludibile che non ci siano più situazioni di questo tipo. Solo traendo la lezione di ricucire la tela bucata dei valori che l’assassinio di Alika ha svelato, il suo sacrificio umano non andrà perduto”.
Ribadendo la solidarietà e la vicinanza alla famiglia, il presidente ha concluso il suo intervento rivolgendosi “alle comunità dei cittadini del mondo che vivono nelle Marche. A loro la più totale disponibilità per costruire il futuro in pace e con il rispetto di ogni vita umana”.
Il Consiglio regionale delle Marche