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Il tenore Jesus Gaviria (foto di Remo Scuriatti)
Il tenore Jesus Gaviria (foto di Remo Scuriatti)

L’ultima grande opera lirica al teatro Feronia

di Alberto Pellegrino

Dalla fine del Settecento e per tutto l’Ottocento si sono allestite nel Teatro Feronia stagioni liriche di alto livello artistico, caratterizzate dalla rappresentazione di opere che sono delle novità o che sono poco rappresentate, per cui con i suoi originali cartelloni il Teatro gode di una solida fama in tutte le Marche e nelle regioni confinanti.
Nel primo Novecento l’unico grande spettacolo lirico è l’Otello di Verdi, ospitato nel Teatro Feronia per le celebrazioni del quarto centenario della nascita del grande anatomista Bartolomeo Eustachio, le quali dovevano svolgersi nel 1911, ma sono state rinviate al 1913.

L’eccezionale successo di “Otello”

Si coglie questa occasione per celebrare anche il primo centenario della nascita di Giuseppe Verdi, mettendo in cartellone di una produzione proveniente dal Teatro alla Scala e arrivata a San Severino Marche grazie all’interessamento dell’impresario sanseverinate Guglielmo Ciccarelli, che lavora affermati: il tenore veneziano Francesco Fazzini ha debuttato nel 1903 e proprio nel 1913 ha riscosso un grande successo come Otello nel Teatro La Fenice di Venezia; Giuseppe Danise (1882-1963) è un giovane baritono che ha segnato il passaggio dal “belcantismo” romantico alla scuola verista e che è destinato ad avere una prestigiosa carriera nei maggiori teatro italiani ed esteri; il giovane soprano Isora Rinolfi, che a San Severino solo 20 anni, sarebbe diventata una delle più apprezzate interpreti italiane. La direzione dell’orchestra viene affidata al conte Giuseppe Bezzi (Tolentino 1874-1925), apprezzato compositore di romanze, sonate, oratori e musica sacra, docente di canto presso l’Istituto Nazionale di Musica e Maestro di cappella nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma. L’opera riscuote un successo strepitoso e rimane in cartellone dal 7 al 25 settembre 1913 per complessive 12 rappresentazioni, alle quali assistono 7.100 spettatori provenienti da tutta la regione.

Nel teatro cittadino si rappresenta “Andrea Chenier”

Bisogna attendere il 1922 per registrare nel Teatro Feronia la presenza di un altro grande evento lirico, quando il Condominio teatrale coglie l’occasione delle celebrazioni del secondo centenario della morte di San Pacifico Divini, co-patrono della città, per rivolgersi ancora all’impresario Guglielmo Ciccarelli. Attraverso questo canale è possibile mettere in scena l’Andrea Chenier, un dramma storico ispirato alla vita di questo poeta francese vissuto all’epoca della Rivoluzione francese. Questo complesso melodramma è stato composto da Umberto Giordano nel 1896 su libretto di Luigi Illica ed è diventato rapidamente celebre in tutto il mondo. Viene rappresentato nel Teatro di San Severino dal 9 al 24 settembre 1922, riscuotendo un grande favore del pubblico richiamato da un cast di alto livello artistico, nonostante sia formato da giovani interpreti che si accingono ad avere una carriera piena di successi.

Il tenore Jesus Gaviria (San Sebastian 1892 – 1975), dopo avere studiato canto a Madrid, è venuto in Italia e nel 1919 ha debuttato nel Teatro Lirico di Milano con il Trovatore per poi concludere la sua lunga e prestigiosa carriera a New York nel 1948. Quando è arrivato a San Severino, Gaviria ha 30 anni e ha iniziato a cantare solo tre anni prima per poi iniziare di una prestigiosa carriera che lo avrebbe portato a cantare in famosi teatri nazionali come il Teatro Dal Verme di Milano, il Teatro della Pergola di Firenze, La Fenice di Venezia, l’Arena del Sole di Bologna, il Comunale di Ferrara, il Massimo di Palermo, il Comunale di Bologna, il San Carlo di Napoli, il Bellini di Catania. Gaviria ha un vasto repertorio operistico comprendente, tra l’altro, Trovatore, Aida, Pagliacci, Cavalleria rusticana, Carmen, Andrea Chenier e La fanciulla del West e nel 1933 Gaviria ha debuttato alla Scala nel Trovatore e l’Andrea Chenier. In seguito sarà scritturato come interprete nei teatri di Rio de Janeiro, San Paolo, Santiago, Valparaiso, Caracas, New York, Boston, Pittsburg, San Sebastian e Valencia.

Mercedes Llopart (Barcellona 1895 – Milano 1970) è stato un importante soprano che, dopo avere studiato canto in Spagna, ha debuttato in Italia nel 1912 con Rigoletto. Ha poi cantato in diversi teatri di provincia prima di debuttare al Teatro dell’Opera di Roma nel 1920, rimanendovi come prima donna fino al 1925. Quando nel 1922 è arrivata al Teatro Feronia, è già un promettente soprano di soli 27 anni, destinato a diventare l’apprezzata interprete di un vasto repertorio comprendente soprattutto opere di Donizetti, Verdi, Puccini, Giordano, Leoncavallo e Wagner. Proprio nel 1922 ha dato l’avvio a una brillante carriera che l’avrebbe portata a cantare nell’Arena di Verona, nel Teatro Carlo Felice di Genova, nel Teatro Dal Verme di Milano, nel Massimo di Palermo, alla Fenice di Venezia, al Regio di Parma, al Comunale di Bologna, al Bellini di Catania. Apprezzata per il suo timbro di voce dal maestro Arturo Toscanini, nel 1924 ha debuttato alla Scala di Milano, dove in seguito interpreterà numerose opere. All’estero ha cantato nei teatri di Barcellona, Valencia, Madrid, Londra, Il Cairo. Dopo avere lasciato le scene nel 1945, la Llopart ha aperto a Milano una celebre scuola di canto, dalla quale sono usciti allievi famosi come i soprani Renata Scotto, Fiorenza Cossotto, Anna Moffo e il grande tenore spagnolo Alfredo Kraus.

Benvenuto Franci (1891-1985) è stato uno dei grandi baritoni italiani tra i più versatili e apprezzati per le sue doti vocali e le sue capacità di attore. Con la sua voce bella e potente ha potuto interpretare tutti i ruoli drammatici più impegnativi e il suo repertorio baritonale ha incluso numerosi ruoli verdiani e veristi, in particolare Trovatore, Rigoletto, Simon Boccanera, Otello, Tosca, Andrea Chenier, La fanciulla del West. E’ stato inoltre un grande interprete di Figaro nel Barbiere di Siviglia. Dopo avere studiato canto nell’Accademia di Santa Cecilia a Roma, ha debuttato nel 1918 nel Teatro Costanzi di Roma con La Lodoletta di Pietro Mascagni. Quando Franci è arrivato al Feronia, ha alle spalle una carriera di appena 4 anni, ma mostra già quelle doti canore che lo avrebbero fatto diventare un grande interprete internazionale. Ha cantato nei principali teatri italiani compresa La Scala, dove ha debuttato nel 1924 proprio con Andrea Chenier. E’ stato un interprete fisso nel Teatro dell’Opera di Roma dal 1928 al 1949, lavorando al fianco di grandi colleghi e direttori d’orchestra. All’estero ha cantato nel Teatro Reale Madrid, nel Liceu di Barcellona, nel Coven Garden di Londra, nel Coliseo di Lisbona, nel Lirico di Rio de Janeiro, nel Colon di Buenos Aires, dove è rimasto in pianta stabile dal 1926 al 1930.

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