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Ennio Morricone
Ennio Morricone

“Ennio”: docu-film di Giuseppe Tornatore dedicato a Morricone

È nelle nostre sale cinematografiche il docu-film diretto da Giuseppe Tornatore Ennio, incentrato sulla vita del maestro compositore Ennio Morricone, classe 1928, deceduto nel luglio del 2020: un uomo che, come sappiamo, ha dedicato tutta la sua vita alla musica, realizzando più di cinquecento composizioni per film e serie TV (oltre ad opere di musica contemporanea). Un carattere mite e riservato, ma deciso, capace di imporsi nel mondo della musica grazie al modo unico con cui ha saputo lavorare sulle composizioni: fondamentali gli anni di formazione al conservatorio e al corso di composizione sotto la guida di Goffredo Petrassi, senza dimenticare l’imprescindibile presenza della moglie Maria Travia, la donna che lo ha accompagnato per tutta la vita e che ha ascoltato e giudicato ogni suo lavoro in anteprima.

Giuseppe Tornatore, attraverso un docu-film ritmato, denso di interviste a Morricone stesso e a tanti altri personaggi del mondo del cinema, della musica e dello spettacolo, ci racconta, con quasi due ore e trenta di lavoro, la vita, gli espedienti, le trovate geniali e il duro esercizio che hanno caratterizzato l’arte del maestro.

Tanti i protagonisti delle interviste: Gianni Morandi, i figli di Sergio Leone, Carlo Verdone, Dario Argento, Terrence Malick, Caterina Caselli, Hans Zimmer, Quentin Tarantino, Roland Joffé, Nicola Piovani, Dulce Pontes, Bernardo Bertolucci, Joan Baez, Bruce Springsteen, Oliver Stone e molti altri ancora. Dalle numerose e appassionate testimonianze, emerge un aspetto comune: la capacità, riconosciuta da tutti, di Morricone di dare corpo ad una musica tale da completare l’inquadratura, diventando così inscindibile dalle immagini. Questo è stato Morricone nel mondo del cinema: l’uomo che ha dato vita a musiche inseparabili dalle immagini che accompagnano. Una musica che si fa regia, adeguata per donare alle inquadrature delle caratterizzazioni in più: vere e proprie scene fatte di note che sanno essere descrittive ed evocative al tempo stesso. Un dono che il maestro ha scoperto nel tempo, soffrendo per la sufficienza con cui veniva trattato dai colleghi dell’ambiente della “musica alta”: grazie al cinema, ha potuto riscattarsi e dimostrare a tutti il suo grande talento. Il maestro, in sessant’anni di carriera, non ha mai mutato il suo modo di lavorare, non ha mai ceduto alla pigrizia ed alla superbia del nome: si è esercitato costantemente, ogni giorno, fino alla fine; ed è soltanto così che il genio si sviluppa pienamente, esercitandolo perpetuamente.

La sua assidua ricerca musicale lo ha condotto dagli esordi per la TV, i programmi RAI e le canzoni per Mina e Morandi, alle prime colonne sonore per Salce, per poi conseguire il grande successo internazionale con i western del suo ex compagno di scuola Sergio Leone, inaugurando un sodalizio d’acciaio tra i due. La direzione esplosiva, dinamitarda di Leone, e la precisione graffiante e sinuosa delle musiche di Morricone, hanno raggiunto il massimo in quel capolavoro di regia, scrittura e musica che è C’era una volta in America: un’opera inimmaginabile senza i temi musicali che tutti noi conosciamo.

Ennio è un lungo viaggio, dinamico e avvincente, nella vita di un maestro che ha saputo inventare un nuovo modo di lavorare con la musica e con i suoni, il primo a rendere la colonna sonora un punto fondamentale per i lungometraggi: non più semplici temi musicali di accompagnamento, ma vere componenti filmiche, attive e plasmanti, capaci di influenzare il senso e la forza della pellicola. Ennio Morricone, come dice Bernardo Bertolucci, ha saputo fondere insieme prosa e poesia, descrizione e lirica: partendo da un barattolo che cade, da una scala che scricchiola, dall’ululato di un coyote, il maestro ha insegnato che la musica è ovunque e che ogni immagine ha il suo giusto suono per essere completata.

Silvio Gobbi

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