Ho letto un resoconto della conferenza stampa di fine anno del Commissario alla ricostruzione del sisma Legnini. Le prospettive per il cosiddetto Cratere del sisma 2016 sembrano rosee: proroga dei Superbonus 110% fino al 2025, milioni per scuole, caserme, ospedali, palestre, per la rigenerazione urbana, addirittura per i cammini. Si parla di finanziamenti extra per un totale di 1,78 miliardi di euro proprio per le aree colpite dal terremoto che provengono dal Pnrr. Ora, nel nostro territorio comunale (San Severino Marche) ci sono due straordinari monumenti che attendono lavori di riparazione post sisma addirittura dal 1997, opere che non si sono mai eseguite per il blocco dei finanziamenti relativi alla ricostruzione del patrimonio culturale. Si tratta del Castello di Carpignano e dell’Abbazia di Sant’Eustachio, già inclusi nel piano dall’articolo 8 della legge 61/98, entrambi con un progetto di recupero già pronto; addirittura per Carpignano il progetto è già esecutivo e cantierabile dal 2005. Per entrambi i monumenti il soggetto attuatore è il Comune di San Severino, ma le Amministrazioni che si sono succedute, per oltre 20 anni, nulla hanno fatto perché tali lavori fossero eseguiti. Nessun tipo di sollecitazione, nessuna ricerca di bandi di finanziamento, nessun interessamento presso il Mic e ciò nonostante le numerose segnalazioni di ulteriore degrado e le deturpazioni subite.
Entrambi i monumenti hanno avuto un serio aggravamento a causa dell’ultimo terremoto, così come si si rileva dalle schede di sopralluogo; a ben guardare è proprio il Castello di Carpignano che risulta il monumento in assoluto più danneggiato nel territorio comunale, avendo riportato gravissimi danni alla torre e alle mura.
Ora, credo, quella che si presenta è davvero l’ultima possibilità per questi due complessi monumentali eccezionali, entrambi nelle disponibilità del Comune settempedano (la chiesa di Sant’Eustachio è in comodato all’ente per 99 anni, cosa che, di fatto, corrisponde alla piena proprietà).
Eppure né l’uno, né l’altra mi risultano ad oggi essere stati inclusi nelle ordinanze per la riparazione del patrimonio culturale, né sono citati nella bozza di “Ordinanza speciale” frettolosamente presentata alla fine di settembre. Da quanto si legge nei comunicati ufficiali, tra gli oltre 50 milioni di euro richiesti, ne figurano 8 per il Duomo vecchio e 7 per il Santuario del Glorioso, recentemente già restaurati, ma, sorprendentemente, nessuna richiesta per i due monumenti a gravissimo rischio di crollo.
È assolutamente indispensabile che per tali interventi si trovi una possibilità di finanziamento con l’inserimento nella programmazione dei lavori pubblici dell’“Ordinanza speciale o qualsivoglia altro canale di finanziamento. Ora o mai più!
Luca Maria Cristini