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“Ariaferma”, penultimo film della rassegna al “San Paolo”

Giovedì 9 e venerdì 10 dicembre, ore 21.15, penultimo appuntamento con la rassegna cinematografica autunnale-invernale promossa nell’ambito dei Teatri di Sanseverino in collaborazione con il Cinema San Paolo: Ariaferma, di Leonardo Di Costanzo, con Toni Servillo, Silvio Orlando, Salvatore Striano, Roberto De Francesco e Fabrizio Ferracane.

Di seguito, la recensione del film

Un vecchio carcere sta per essere chiuso. Quasi tutti i detenuti sono stati trasferiti in altri istituti ed anche le guardie sono pronte a lasciare quel vecchio e fatiscente luogo di segregazione per raggiungere nuove destinazioni. Ma l’imprevisto è dietro l’angolo: per un problema burocratico, dodici detenuti non possono, per il momento, essere ricollocati. Quindi, Gaetano Gargiulo, l’ispettore più anziano in servizio, dovrà rimanere lì a controllare i carcerati rimasti, tra i quali c’è un potente camorrista, Carmine Lagioia. La tensione tra le poche guardie rimaste ed i carcerati sarà tagliente, e la drammaticità di questa situazione di stallo si farà sentire sempre di più.

Ariaferma è il nuovo film di Leonardo Di Costanzo, presentato in concorso alla 78ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Un’opera grigia, silenziosa, che dà pienamente vita alla pesantezza della situazione narrata: un insieme di vite mute e ingabbiate, dove carcerati e carcerieri praticamente arrivano a confondersi, ad assorbirsi a vicenda, ad avere lo stesso sguardo spento e a mangiare lo stesso cibo. Entrambe le categorie vengono abbandonate, dallo Stato, dalle istituzioni, rimanendo in quei locali in attesa di un trasferimento inafferrabile: ogni giorno che passa, la desolazione diventa sempre più pressante e annichilente. L’attrito tra agenti e detenuti è presente, forte, ma raramente esplosivo: la condizione di desolazione li accomuna tutti, li avvinghia in maniera indissolubile, l’isolamento blocca i loro corpi e le loro menti in quell’edificio putrescente dal quale è impossibile staccarsi. La loro esistenza è ormai radicata in questo incubo, non c’è più alcuna forma di speranza, c’è poco da sognare. Leonardo Di Costanzo rappresenta la sensazione di blocco e di inamovibilità attraverso una regia rigorosa, tale da riuscire a fare respirare questa “aria ferma” al pubblico in sala (grazie anche all’ottimo commento musicale ed agli espressivi interpreti, ben capaci di dare vita a questa assurda situazione). Ariaferma è un film dal ritmo volutamente lento e graduale, dove la vita perde la propria consistenza, divenendo sempre più rarefatta: un’opera basata sul non detto, perché, in certe situazioni, le parole non servono più, e le pochissime frasi pronunciate, insieme agli eloquenti sguardi, dicono tutto dell’impossibilità di una situazione migliore. Rimangono soltanto il tanfo delle celle, l’umidità delle stanze e le erbacce che crescono selvagge negli orti di quel luogo dimenticato da tutti.

Silvio Gobbi

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