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Manuela Panzarani con il marito Stefano Bolotti
Manuela Panzarani con il marito Stefano Bolotti

Rebirth, in via Eustachio rinasce la galleria d’arte di Panzarani

Manuela Panzarani l’ha chiamata “Rebirth”, rinascita, perché in fondo è così: torna a vivere “La Bottega della cornice”, storica galleria d’arte che i suoi genitori Raimondo e Cristina (dopo aver cominciato l’attività nel ’68) aprirono in quell’angolo di via Eustachio, a pochi passi dalla piazza, il 6 aprile del 1974. Il nome cambia, “concept hub” suona meglio; del resto in mezzo secolo il mondo ha corso tantissimo trasformandosi in quella galassia esplosiva che immaginava l’eclettivo Remo Scuriatti. Però fa un certo effetto tornare nei bei locali in cui Dino (Raimondo = Raimondino = Dino per gli amici) accoglieva amici e artisti più o meno affermati per presentare avanguardie, parlare d’arte o semplicemente conversare di attualità e politica.

Lì non si facevano solo cornici, certo che no… Si respirava l’aria delle “primavere” culturali, si sorrideva alla vita e si dava colore anche alle giornate più uggiose. Non a caso dal ’67 al ’72 Panzarani fu anche il presidente del Centro turistico giovanile di San Severino e con lui nacque la prima Biennale nazionale di arte sacra.

Dopo il terremoto del ’97 la “Bottega” si trasferì in viale Eustachio; poi, dal 2012, con la prematura e improvvisa scomparsa di Dino, è stata gestita da Cristina e Manuela con grande equilibrio, buon gusto e competenza. La loro impronta, col tempo, si è affermata e Manuela ha deciso ora di “ripartire” dall’origine, scommettendo su se stessa, sulla sua innata passione per le arti e sull’esperienza acquisita lavorando accanto alla mamma Cristina.

Così, mantenendo anche la parte laboratoriale, l’attività si è trasferita al civico numero 1 di via Eustachio e ha riaperto i battenti da qualche giorno affascinando subito amici e curiosi per la ricchezza delle proposte. Nel retro-bottega torneranno le mostre d’arte, mentre lo spazio di artigianato artistico vero e proprio continuerà a “sfornare” creazioni in altri locali pochi distanti.

Si ringrazia Emanuele Ticà per le foto in galleria.

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