La città di San Severino ha voluto rendere omaggio e festeggiare uno dei suoi figli più illustri, Fabrizio Castori. Il tecnico settempedano, autore nella stagione agonistica di serie B di una vera impresa calcistica con la promozione in serie A della Salernitana, è stato accolto con tutti gli onori al Feronia per ricevere i meritati premi (targhe ricordo consegnate dall’Amministrazione comunale e dalle società di Settempeda e Polisportiva Serralta) e il saluto carico di affetto di parenti, amici, conoscenti e autorità. All’incontro presente anche una rappresentanza del settore giovanile della Settempeda con tecnici e ragazzi.
Il giornalista Daniele Pallotta, che ha fatto gli onori di casa, ha ricordato gli inizi da atleta e il percorso poi da allenatore di Castori, una storia ormai pluriennale che ha visto il “mister” marchigiano girare l’Italia in lungo e in largo calcando i campi di tutte le categorie dai dilettanti ai professionisti (mancherebbe soltanto la Seconda Categoria e chissà un giorno a fine carriera magari proprio a San Severino potrebbe accadere…), che lo ha visto cogliere soddisfazioni enormi e successi degni di nota (vittorie di innumerevoli campionati e in cima a tutto le due promozioni in massima serie).
Non sono mancati gli aneddoti e il racconto di episodi particolari e divertenti (i primi calci al pallone all’oratorio San Paolo, l’esordio da giocatore nella Settempeda, la prima panchina nel 1980, la conoscenza con il modello calcistico Arrigo Sacchi, l’accostamento professionale con Carlo Mazzone, l’abbandono del lavoro per andare ad allenare a tempo pieno in Eccellenza al Lanciano, la sveglia in piena notte per nuove idee per gli allenamenti, l’avventura incredibile con il Carpi promosso in serie A che è stato il regalo per i sessanta anni).
Hanno preso la parola tutti coloro che erano presenti sul palco del Feronia: Lino Rossi, amico di Castori, Renzo Marinelli, consigliere regionale, Rosa Piermattei, sindaco della città, Marco Crescenzi, presidente delle due squadre cittadine, Paolo Paoloni, assessore allo sport. Tutti hanno voluto ringraziare Fabrizio del quale sono state sottolineate la disponibilità totale e la grande umanità (in campo benefico la collaborazione con la comunità di San Patrignano dove guidò la squadra di calcio).
Di recente Castori è stato definito “fisico da guerriero e cuore da leone”, cosa che fa capire bene l’uomo, fiero e leale, e il suo carattere, indomito e battagliero. “Ho ancora tanta passione e un fuoco dentro che mi spinge a lavorare tante ore al giorno per svolgere il mio lavoro da allenatore. Ho studiato tanto e continuo a farlo perché non si è mai arrivati e non si smette di imparare. Sono spietato con me stesso e non mi perdono nulla nel lavoro. Non è certo un sacrificio quello che faccio, ma una cosa che amo profondamente e non mi pesa affatto”.
Questa una delle frasi del discorso di Fabrizio Castori che è intervenuto mostrando emozione e felicità per questa giornata in suo onore.
“Sono sempre sul pezzo, non mollo mai e vado alla ricerca di nuovi obiettivi, sempre – ha continuato l’allenatore della Salernitana -. Non mi arrendo di fronte alle difficoltà, anzi sono da sprone per crescere e migliorare oltre a darmi la spinta immediata nel trovare soluzioni giuste e guardare a nuovi obiettivi. Io sono fatto così e questo modo di essere mi ha permesso di restare per tanto tempo nel calcio, ambiente nel quale ho avuto la possibilità e il piacere di incontrare tante persone che mi hanno insegnato tanto”.
“Adesso ritorno in serie A – dice con fierezza Castori – per affrontare una sfida bella tosta che mi spingerà a rimettermi in gioco, ma sono fiducioso che si possa far bene”.
Castori ha concluso rivolgendosi ai giovani calciatori presenti: “Non fermatevi davanti alle difficoltà che sicuramente ci saranno, ma reagite con forza e volontà perché chi si ferma è perdente mentre è possibile reagire e trovare soluzioni per tutto. Non solo nel calcio, ma anche nella vita. Vi auguro il meglio e soprattutto di divertirvi facendo esperienze formative che sono necessarie per tutti come lo sono state anche per me”.
Roberto Pellegrino