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Da sinistra: Renata Governatori, Pietro Ciurlante e Giulia Ferretti
Da sinistra: Renata Governatori, Pietro Ciurlante e Giulia Ferretti

Fine aprile funestato dai lutti: l’addio a padre Celestino, Giulia, Renata e Pietro

E’ stato un fine aprile con tanti lutti a San Severino. Commozione e cordoglio sono stati espressi da molti lettori del Settempedano per la prematura scomparsa di Sante Bianchi, del professor Sergio Zampa e di padre Celestino Giobbi, frate cappuccino, i cui funerali saranno celebrati lunedì 3 maggio alle ore 15.30 nella chiesa dei Cappuccini a Macerata. “Nella prima mattinata del 29 aprile, all’età di 80 anni, ha concluso il suo pellegrinaggio terreno il nostro caro confratello fra Celestino Giobbi – scrivono i frati minori cappuccini delle Marche -. Lo affidiamo all’abbraccio misericordioso del Padre perché gli doni la gioia eterna e lo ricompensi di tutto il bene che ha donato a quanti sono ricorsi a lui”.

Fra le persone decedute c’è anche una centenaria, una delle “nonnine” della nostra città: Giulia Ferretti, spentasi all’età di 101 anni.

Nella giornata di giovedì scorso, invece, è venuta a mancare all’affetto dei propri cari la signora Renata Governatori. «La sorte ha messo a dura prova la pur forte fibra di mia madre che si è spenta all’età di 72 anni – ricorda l’unica figlia, Nadia Sparvoli -. Era rimasta vedova e aveva lavorato a lungo alla pasticceria Ranciaro». Renata lascia, oltre a Nadia, i nipoti Maria e Marco, il fratello Ivano, la cognata Maria, Loreta, Maria Grazia e il cognato Ennio.

Se n’è andato in punta dei piedi, in queste ore, anche Pietro Ciurlante, originario di Straccialena, dove fino a qualche anno fa viveva assieme a due suoi fratelli. Era uno dei “personaggi” più caratteristici di Serralta, un uomo d’altri tempi. Nel 2012 balzò agli onori della cronaca durante la nevicata eccezionale che, all’inizio di febbraio, creò non pochi disagi al nostro territorio. Lui e i suoi fratelli Enrico (ancora in vita) e Letterio (morto lo scorso anno) rimasero per alcuni giorni isolati dal resto del mondo proprio nella loro casa, a Straccialena, finché non arrivarono i volontari della Protezione civile a liberarli. Proponiamo sotto una sua intervista dell’epoca.

 

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