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Don Amedeo Gubinelli nei panni di Sor Ansermo
Don Amedeo Gubinelli nei panni di Sor Ansermo

Don Amedeo, 30 anni dopo: il ricordo di Alberto Pellegrino

AMEDIO GUBINELLI SACERDOTE, GIORNALISTA, NARRATORE E COMMEDIOGRAFO

di Alberto Pellegrino

La storia della nostra amicizia parte da lontano e precisamente dal 1956, quando muovevo i primi passi nel campo del giornalismo e Don Amedeo era un giovane sacerdote di grande vivacità intellettuale particolarmente versato nella pastorale giovanile, che era nato a Matelica nel 1925 ma che era stato “incardinato” nella diocesi di San Severino Marche e Treia. L’evento decisivo avviene nel 1957, perché, nell’assumere la presidenza del Centro Turistico Giovanile, una nuova associazione cristiana che per la prima volta vedeva insieme ragazzi e ragazze, l’ho voluto al mio fianco come consulente ecclesiastico e per dieci anni abbiamo svolto un’intensa attività fino ad arrivare io alla carica di vice-presidente regionale e lui a quella di consulente ecclesiastico regionale, per cui abbiamo dovuto assolvere a numerosi impegni nell’ambito della nostra regione.
Per oltre un decennio il CTG ha rappresentato il fulcro della vita culturale, turistica, teatrale, artistica e nell’impiego del tempo libero nella nostra città con un gruppo di oltre cento giovani iscritti e con l’organizzazione di iniziative regionali e nazionali nel campo della fotografia e delle arti figurative, di cineforum, viaggi sulla neve, gite primaverili, soggiorni estivi sulle Dolomiti, cacce al tesoro regionali, visite guidate alla nostra città, la Banca Natalizia del Giocattolo, il Carnevale dei Bambini, il grande impegno organizzativo del Presepio Vivente di Taccoli, nato dalla inesauribile fantasia e creatività di Don Amedeo, impegnato anche a scrivere e a stampare col suo mitico ciclostile avvisi, piccole guide turistiche, messaggi spirituali, materiale propagandistico.
Gli anni 1970/1977 hanno visto la separazione momentanea del nostro cammino comune: io chiamato ad assumere impegni familiari, scolastici, giornalistici e politici; Don Amedeo impegnato a guidare il Circolo Giovanile con il “Teatro dei Giovani”, a dirigere il Cinema San Paolo, a insegnare religione, a fare della Chiesa di S. Filippo un centro di pastorale domenicale. Naturalmente eravamo uniti dalla comune passione e attività giornalistica svolta sulle pagine dell’Appennino Camerte e della Voce Settempedana (della quale per anni Don Amedeo è stato l’unico responsabile), nei nuovi mezzi di comunicazione come Radio Sette e Radio Berenice. Don Amedeo si è inoltre messo al servizio della comunità cittadina come presidente della Pro Loco con la creazione del Palio dei Castelli, del Premio Il cittadino dell’anno, della Sagra delle Sagre e di altre iniziative.
Il periodo compreso tra il 1977 e il 1990 è stato di nuovo segnato da un comune cammino, perché insieme abbiamo fondato il Cineteatroclub Virgilio Puccitelli, che aveva la sua sede nel Cinema-Teatro San Paolo, con la finalità della promozione culturale del cinema d’autore e lo svolgimento di un’attività di teatro amatoriale per mezzo di una Compagnia di prosa che a partire da quell’anno ha prodotto una serie di spettacoli di successo rappresentati nella nostra regione, a Roma e a Milano.
Il Teatro San Paolo è diventato così un laboratorio teatrale usato non solo come sala prove e la messa in scena degli spettacoli, ma anche per la formazione degli attori, per la ricerca di soluzioni tecniche con Mimì Campetella e successivamente con l’arrivo del giovane scenografo Roberto Cetriolo. Certo agli inizi avevamo una misera attrezzatura costituita dall’antica ribaltina luci, da 4/5 riflettori, un mixer luci artigianale, un altoparlante; in seguito con gli incassi derivanti dalle rappresentazioni, sono arrivati i riflettori professionali, le americane, un mixer e un impianto audio professionali e si sono cominciate fare le cose con crescente impegno fino a quando Don Amedeo si è gravemente ammalato per spegnersi il 1° febbraio 1991.
Fu un colpo molto duro per tutta la compagnia che è rimasta ferma per oltre due anni, quando finalmente nel 1993 si è presa la decisione di riprende l’attività, dando alla compagnia la nuova denominazione di Teatroclub Amedeo Gubinelli. Si è ritornati in scena con Patre pe’ procura per la prima volta senza Amedeo attore e da quel momento l’attività teatrale è continuata con notevole successo e con la conquista di numerosi premi fino al 16 febbraio 2020, quando è stata rappresentata la commedia Zi’ Annetta di Mario Affede nel Teatro Lauro Rossi di Macerata.

A partire dal 1977 il teatro ha rappresentato una svolta importante nella vita di Amedeo Gubinelli come autore e come interprete di notevole valore. Fino ad allora aveva scritto, messo in scena e interpretato con i giovani del suo circolo La Passione e poche farse, ma con la nascita della nuova compagnia di prosa si doveva rivolvere l’impegnativo problema di un repertorio teatrale. Mentre si facevano le prove dell’atto unico Una domanda di matrimonio di Anton Cecov, si era posto il problema di trovare un altro testo per completare la durata dello spettacolo.
Nel 1967 Amedeo Gubinelli aveva pubblicato con successo la sua prima raccolta di racconti umoristici intitolata Sor Ansermo recconta, con la quale nasceva questa figura di saggio contadino alle prese con una società che stava passando dalla cultura rurale a quella urbana con tutte le conseguenze sociologiche, psicologiche e di costume connesse a questa urbanizzazione che affascinavano la moglie Ursuletta e il resto della sua famiglia. Sor Ansermo è un personaggio profondamente umano che segue una sua logica, che guarda con bonomia e con rassegnazione la società che lo circonda così diversa da quella dove è nato e cresciuto, a contatto della quale diventa la vittima di tante disavventure divertenti ma che contengono anche un insegnamento morale.
Ho suggerito allora all’autore di trasferire sulla scena quel mondo variopinto, ironico, comico e profondamente umano da lui inventato, così è nato il “ciclo teatrale di Sor Ansermo” che inizia con Quanno ‘na fiija se spusa per continuare con Natale a casa de Sor Ansermo, Capita a 50 anni…figurete a 20!, E Settempeda non se ‘bbrusciò, Ma che se campa affà?!. Il teatro di Don Amedeo si è poi completato con la suggestiva sacra rappresentazione a carattere storico intitolata La Legenda dei Santi Severino e Vittorino e con Patre pe’ procura, un’opera ormai considerata un capolavoro assoluto del teatro dialettale marchigiano del Novecento, una commedia che il Teatroclub Amedeo Gubinelli ha portato sulle scene regionali ed extraregionali dal 1993 al 2019, riscuotendo sempre il consenso della critica e del pubblico.

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