Dunque siamo nella fase due. Sicuramente la fase più delicata, come sostiene il Ministro della salute, Roberto Speranza: “Questa partita non si vince per decreto. Quello che conta è il comportamento di ciascuno”.
Per definizione la fase è uno dei passaggi di un percorso, del lungo cammino, in questo caso, di ritorno alla normalità. E se invece da questo arresto si ripartisse con una marcia diversa, un cammino nuovo verso il cambiamento di quella normalità a cui ha poco senso forse tornare?
Se approfittassimo di questa situazione per immagine una nuova normalità?
E se invece di un re-start fosse un restyling?
Inevitabilmente dovremo immaginare nuovi stili di vita, che ci consentano di conquistare una mutata socialità: abbiamo riscoperto il suo vitale valore, dobbiamo porla al centro della pianificazione dei luoghi e delle attività della nostra comunità. Occorre pensare a come garantire un ambiente necessario alle relazioni umane, riprogettare gli spazi a nostra disposizione per consentire il confronto e l’incontro.
Così ci piace immaginare un aumentato spazio vitale per la nostra comunità, un percorso pedonale e ciclabile che diventi arteria della città, nel quale il suolo possa dirsi realmente pubblico, destinato cioè alla fruizione delle relazioni sociali, nel quale, perché no, si abbia la possibilità di accedere all’offerta ristorativa e ricreativa della città, che vanta eccellenti proposte (duramente penalizzata tra l’altro da mesi di chiusura).
Perché non attuare un migliore distanziamento utilizzando gli spazi pubblici adiacenti agli esercizi commerciali senza assoggettarli al pagamento della Tosap? (che per il momento è solamente sospesa).
Perché non restituire una volta e per tutte la nostra bella piazza alla sua funzione di accoglienza e incontro, liberandola dal ruolo di arteria del traffico, utilizzando la piattaforma come grande dehor?
Perché non immaginare più aree verdi e non venderle ai privati, in diversi angoli della città… con spazi e distanze adeguate? Perché non coinvolgere le associazioni di categoria e i comitati di quartiere?
Accanto ai buoni propositi servono coerenti azioni concrete: una visione coraggiosa che agevoli pedonalità, spazi esterni per esercizi commerciali, interventi economici a favore di una economia locale legata al valore dei prodotti del territorio, e non ultimo il passaggio ad una mobilità sostenibile, anche in previsione della riapertura delle scuole e delle attività sportive.
Sarebbe una buona occasione, una volta tanto, per non lasciarsi travolgere dagli eventi, ma di agire con coraggio ponendo le basi di un futuro migliore per la nostra comunità, presente e futura.
Francesco Borioni, consigliere comunale del “Centrosinistra per San Severino”