Uomo, razza caucasica, età apparente quarant’anni, indossa un completo grigio perla firmato, sopra una camicia bianca di batista. È impiccato a una putrella sul soffitto. Ai suoi piedi un biglietto, sul pavimento:
Effetto Brexit. Suicidio di un broker.
Stefano Tura – giornalista e scrittore – apre a ceffoni in faccia il nuovo thriller, “A regola d’arte”, uscito per i tipi Piemme. Attenzione, però. Quello appeso è un manichino, un’opera d’arte esposta in un museo londinese.
Di Regno Unito se ne intende Stefano Tura (Bologna, 1961). Dal 2006 è corrispondente Rai dalle isole britanniche e alla professione giornalistica ha aggiunto di recente una significativa attività narrativa. Giallista per passione e con merito, nel 2016 ha pubblicato per Piemme “Il principio del male”: tanta azione, ottimi intrecci polizieschi, un po’ di brainstorming investigativo, ricostruzioni verosimili delle scene dei delitti e descrizioni impietose della condizione delle vittime. Una goduria per gli appassionati del genere.
Ebbene, lunedì 16 luglio Stefano Tura sarà a San Severino, alle ore 21.30, per presentare il suo libro e la sua attività di scrittore-giornalista presso la libreria Gulliver di Giorgio Montecchia, in via Dante Alighieri. Verrà introdotto da Francesco Rapaccioni.
Ma tornando al libro, chi era l’appeso? Un’opera d’arte. Un impiccato di cera, un allestimento a grandezza naturale nella sala più ampia di una galleria d’arte ultramoderna, tra Bond Street e Regent Street, a Londra. Qui si ambienta la storia che vede protagonisti Tarcisio Parenzi e l’amico Aldo Bertello, due italiani che contano, nella capitale inglese, anche se vi risiedono da poco. Sono entrambi cinquantenni: il primo dirige l’istituto di cultura, l’altro quello del commercio estero. Sono il volto e il portafoglio del nostro marketing economico e culturale in Gran Bretagna.
Il resto lo scoprirete leggendo il libro o ascoltando le parole dell’autore…