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Vasco, il gattino tigrato della storia
Vasco, il gattino tigrato della storia

La storia di Vasco, il micetto “esploratore” e… senzatetto

Lo avevamo lasciato sano e salvo fra le braccia del suo nuovo padrone, l’artigiano Alberto Fizzoni, nel novembre del 2016, da poco scampato al terribile sisma. Lo ritroviamo al villaggio di Campagnano, alle porte di San Severino, ancora vispo e infaticabile, anche se provato, come gli umani, da una lunga serie di trasferimenti. Il piccolo Vasco, un gatto tigrato di poco meno di tre anni, era stato “adottato” da Alberto Fizzoni “pochi giorni dopo il terremoto del 24 agosto 2016, mentre vagava nei pressi dello Sport Bar (da qualche tempo abbattuto, ndr). Si era subito adattato alla sua nuova abitazione di via Monti Sibillini finché, purtroppo, anche quella casa rimase gravemente danneggiata dalla scossa di quella maledetta domenica che ancora ricordiamo con i brividi. I miei genitori ed io riuscimmo ad allontanarci dallo stabile senza danni fisici, ma temetti di aver perso Vasco. Finché la telefonata di una vicina, nella cui cantina Vasco si era rifugiato dopo essere stato salvato e accudito da una pattuglia di carabinieri antisciacallaggio, mi fece spuntare di nuovo il sorriso”. Il vispo tigrato, che Alberto ha chiamato Vasco “come il portoghese De Gama, primo europeo a navigare fino in India, perché non lascia un ambiente di casa inesplorato”, scampato per due volte alla furia del terremoto dato che prima di Alberto aveva trovato un padrone la cui casa era risultata poco dopo inagibile, seguì l’artigiano in due agriturismi, in piena emergenza terremoto. “Dopodiché – prosegue nel racconto Alberto – era arrivato un briciolo di stabilità in una casa in affitto nelle vicinanze del ponte di Sant’Antonio. Il micio lì si trovava a suo agio, usciva spesso nel cortile e si allontanava, nella sua vena di “esploratore”, dalle parti del cinema San Paolo. Giunto il momento di spostarci alle casette del rione di San Michele, non è riuscito ad ambientarsi nel nuovo ambiente probabilmente perché ha paura delle auto della vicina provinciale e delle vie interne, ed anche nella nuova casa, dove appena è arrivato si è rifugiato sotto il letto. Per due giorni non l’ho più visto ed ho pensato al peggio. Poi, però, una sera, intorno alle 11, mentre stavo guardando la tv, è ricomparso alla finestra. Vasco ci ha ridato il buon umore”. Dopo sei cambi di abitazione in un paio d’anni, per Vasco potrebbe arrivare un periodo di stabilità. Così da poter esplorare i nuovi ambienti con calma.

L. M.

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