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Un'immagine del cementifico di Castelraimondo-Gagliole
Un'immagine del cementifico di Castelraimondo-Gagliole

Comitato: “Accredia boccia analisi Arpam sul cementificio”

Dal Comitato SalvaSalute di Castelraimondo riceviamo e pubblichiamo la nota seguente.

“L’indagine ambientale Arpam sulla cementeria di Castelraimondo, ovvero come i nostri amministratori hanno regalato 60 mila euro dei nostri soldi
alla Sacci. Una breve premessa: nel marzo 2016, non appena si era diffusa la notizia dell’acquisto di Sacci da parte di Caltagirone, il presidente della
Provincia, Antonio Pettinari, convocava una conferenza stampa per la presentazione dei mirabolanti risultati dell’indagine ambientale realizzata dall’Arpam su incarico di vari enti pubblici (Comuni di Castelraimondo, Gagliole, San Severino, Provincia di Macerata e Comunità montana) per appurare le ricadute degli inquinanti prodotti dalla cementeria di Castelraimondo sull’area su cui insiste l’impianto. Il compimento dell’indagine veniva deciso dietro sollecitazione del Comitato SalvaSalute di Castelraimondo, al quale gli enti avevano assicurato trasparenza e partecipazione. Il Comitato, invece, sin dal primo momento veniva escluso da ogni tavolo, sia decisionale, sia tecnico. Le complesse indagini risultavano estremamente costose e i vari enti interessati sborsavano la non trascurabile cifra di 60 mila euro di soldi pubblici; inutile precisare che, secondo l’Arpam, la nostra è una terra che non presenta tracce di inquinamento. Mentre i vari enti interessati si affrettavano a sbandierare i mirabolanti risultati dell’indagine, il Comitato ha avuto fin da subito una posizione estremamente critica, segnalando evidenti pecche nella realizzazione dello studio, i cui risultati venivano sottoposti all’esame della ‘Consulenze Ambientali Spa’, la quale ne decretava l’assoluta inattendibilità. Il comitato, pertanto, sollecitava gli enti che avevano sborsato tutti quei soldi a chiederne la restituzione all’Arpam, cosa che, chiaramente, non avveniva; i soldi erano pubblici, mica hanno pagato di tasca loro!

Fatta questa breve premessa, portiamo all’attenzione della cittadinanza un’altra grave scoperta. Non contento dei risultati della perizia della ‘Consulenze Ambientali Spa’, il comitato SalvaSalute di Castelraimondo sottoponeva lo studio anche all’attenzione di Accredia. Come noto, Accredia è l’unico ente cui il Governo italiano riconosce il potere di attestare che gli organismi di certificazione ed ispezione, i laboratori di prova, anche per la sicurezza alimentare, e quelli di taratura, abbiano le competenze per valutare la conformità dei prodotti, dei processi e dei sistemi agli standard di riferimento. Accredia opera sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo economico e svolge un servizio di pubblica autorità, in quanto l’accreditamento è un servizio svolto nell’interesse pubblico e un efficace strumento di qualificazione dei prodotti e dei servizi che circolano su tutti i mercati. Accredia certifica anche l’attività dell’Arpam. Ebbene, con una nota del 25 luglio 2017, Accredia ci fa sapere che tutti gli esami compiuti dall’Arpam “non rientrano nella tipologia di prove accreditate […] ad eccezione della prova Benzo (a) pirene […] su matrice aria ambiente”. Per l’unico esame per il quale l’Arpam risulta certificata, Accredia ci fa sapere che l’indagine è stata condotta in maniera del tutto erronea. Si sottolinea che il Benzo (a) pirene è una sostanza estremamente cancerogena. In definitiva, quello che il Comitato va denunciando oramai da anni, ossia che l’indagine ambientale compiuta dall’Arpam sulle ricadute degli inquinanti prodotti dalla cementeria Sacci di Castelraimondo è una vera e propria bufala, dopo la conferma della Consulenze Ambientali spa trova ulteriore conferma anche da parte di Accredia, l’ente certificatore designato dal governo Italiano che tra gli altri, certifica anche l’attività dell’Arpam. Alla luce di questa ulteriore gravissima attestazione, il Comitato sollecita tutti gli enti che hanno contribuito al pagamento dei 60 mila euro corrisposti all’Arpam per il compimento di questa scadente indagine, al recupero dei soldi pubblici sborsati, come farebbe qualunque assennato cittadino. Ci piace sottolineare che ancora una volta avevamo ragione noi e questa volta la nostra ragione viene certificata addirittura da Accredia”.

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