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La lapide che era posta nell'atrio dell'Istituto
La lapide che era posta nell'atrio dell'Istituto

Itis, finita la demolizione. Ora lo sgombero delle macerie

Grazie alla collaborazione del personale del cantiere, dove oggi (mercoledì 26 aprile) sono stati dati gli ultimi colpi all’edificio dell’Itis “Divini”, ormai completamente demolito, è stato recuperato tra le macerie – ancora intatto – il piccolo stemma della Repubblica, su base di marmo quadrata, di centimetri venticinque per venticinque, con uno spessore di quattro centimetri, che faceva parte della scritta di intitolazione dell’istituto, posta sulla parete sovrastante la scalinata dell’ingresso principale. Il reperto è stato consegnato alla Dirigente dell’Istituto, ita Traversi, che lo conserverà nel suo ufficio, in ricordo di ciò che è stato il simbolo della città per quasi sessanta anni, in attesa di poterlo collocare sulla nuova sede.

Non è stato possibile, invece, recuperare la grande lapide, posta nell’atrio di ingresso, che riportava la seguente dicitura:

EUSTACHIO DIVINI/ NEL SECOLO DI GALILEO/ ARTEFICE INSIGNE DI STRUMENTI OTTICI/ APPASSIONATO INDAGATORE DEGLI ASTRI / MEMORABILE / PER IL PERFEZIONAMENTO DEL MICROSCOPIO/ PER L’INVENZIONE DEL MICROMETRO OCULARE/ PER LE ASTRONOMICHE OSSERVAZIONI/ SAN SEVERINO MARCHE LI 14 MAGGIO 1983.

La grossa pietra, che ricordava la motivazione  della scelta del nome del Divini, era saldamente fissata alla parete con dei ganci di sicurezza che non è stato possibile staccare; di questa sono stati recuperati soltanto i due medaglioni bronzei, che raffigurano l’effige di Eustachio Divini e la rappresentazione degli strumenti utilizzati per gli studi astronomici e scientifici.

f. l.

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