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Il direttore generale Ferdinando Cavallini (a sinistra) e il presidente Loris Tartuferi
Il direttore generale Ferdinando Cavallini (a sinistra) e il presidente Loris Tartuferi

Bilancio 2016: Banca provincia Macerata in ottima salute

La Banca della Provincia di Macerata ha chiuso l’esercizio 2016 con un utile netto di 742 mila euro, nonostante accantonamenti su crediti ancora importanti (2,9 milioni di euro). Il dato ha risentito anche di contributi straordinari per 123 mila euro richiesti dal Fondo di risoluzione della Banca d’Italia per la definizione delle cosiddette “goodbanks”. Il Roe si è attestato al 2,3% e risulta fra i migliori del panorama nazionale che, assai variegato, oscilla fra risultati molto positivi e molto negativi.

E’ questa la sintesi dello stato di salute dell’istituto di credito maceratese, che i responsabili hanno illustrato in conferenza stampa. La raccolta diretta è in lieve calo (-3,2% dopo il + 36% del 2015) con costo medio in diminuzione di quasi mezzo punto percentuale; impieghi lordi in aumento (+ 2,8%) per il quarto anno consecutivo; margine di interesse aumentato di circa il 5%; ricavi da servizi incrementati del 13%. In netto miglioramento, quindi, la componente strutturale della redditività aziendale, mentre riflettono di circa un terzo gli utili da negoziazione titoli che vanno ormai esaurendo la loro forza, in relazione all’andamento dei mercati finanziari. Per effetto dei nuovi accantonamenti la “copertura” (coverage-ratio) del totale crediti Npl è ascesa al 49,7%; quella delle sole sofferenze al 62%. Come si vede, indici del tutto allineati alle migliori risultanze di sistema.

Il capitale sociale ammonta ora a 32,3 milioni di euro a seguito dell’aumento di 4 milioni portato termine nel giugno 2016.

Il CET 1 ratio ed il Total capital ratio si attestano al 14,8%, in significativo aumento rispetto all’anno precedente. Il dato è superiore rispettivamente di oltre 800 e oltre 350 b.p rispetto alle soglie obiettivo minime fissate dalla Banca d’Italia in sede di Srep stabilite nel 6,76% e nell’11,06%. Ulteriore e forte elemento che sancisce la solidità di BPrM, ponendola sempre fra le migliori banche Spa del Paese.

Il presidente Loris Tartuferi non nasconde la propria soddisfazione per i risultati conseguiti, “nonostante la situazione di grave difficoltà che continua ad imperversare nel nostro martoriato territorio. Oltretutto, l’aumento di capitale chiuso con successo a giugno 2016 ha accresciuto la stabilità alla Banca e ha consentito all’Istituto di poter impostare un piano strategico con valenza quadriennale, ambizioso ma concreto, che darà definitivo slancio all’operatività aziendale”.

Nel mese di dicembre 2016 il Consiglio di amministrazione ha approvato il nuovo piano strategico con valenza per il quadriennio 2017/2020. Il Piano affronta e fornisce chiari elementi di sviluppo ai temi al momento più rilevanti – e oggetto di attenzione da parte degli Organi di vigilanza – riassumibili nel modello di business, nella redditività aziendale e nella gestione dei crediti Npl senza trascurare, ovviamente, la struttura commerciale, il sistema dei controlli interni e le tematiche organizzative. Secondo le previsioni, l’attuale patrimonio aziendale non richiede, nel periodo, ulteriori aumenti di capitale, essendo sufficiente l’autofinanziamento derivante dall’operatività attesa.

Il modello di business si evidenzia come peculiare e certamente innovativo per una Banca di così limitate dimensioni. Infatti, da un lato, BPrM continua ad offrire alla sua affezionata clientela e, più in generale, all’intera comunità del territorio in cui opera, servizi di elevata qualità in regime di consulenza bancaria, finanziaria e assicurativa. Nel contempo, con una visione di carattere nazionale, offre i propri prestiti personali e i crediti contro cessione del quinto dello stipendio sull’intero territorio italiano. Infine, vuole curare gli interessi di una clientela finanziariamente più evoluta, dedicandovi una apposita struttura organizzativa.

La redditività aziendale è vista in progressivo incremento con il miglioramento della parte strutturale riveniente dai citati sviluppi di attività. Il Roe è atteso, a fine quadriennio, al 4,9%, sostanzialmente in linea con quanto pubblicizzate dalle migliori banche del paese.

Riguardo ai crediti Npl, la strategia prevede il giusto mix di soluzioni stragiudiziali, dismissioni e ulteriori accantonamenti per giungere, a fine 2020, ad indici allineati, nella sostanza, alla media delle risultanze europee di settore.

Quanto alle reti commerciali, assumono sempre maggiore rilevanza le filiali – e i relativi direttori – e viene sottolineata la rilevanza dell’operatività della rete esterna dei consulenti finanziari. L’organizzazione della Direzione generale vede l’incremento delle attività di pianificazione strategica e controllo di gestione, come anche viene potenziata la struttura dei controlli, il tutto al fine di migliorare l’efficienza e l’efficacia gestionali.

Insomma, con questo piano strategico, la Banca vuole assumere sempre più le caratteristiche di banca locale con visione nazionale e indici di efficienza e solidità europei.

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