“A Torino ci tenevo tantissimo a vincere, sia perché ero stato in quel circuito in gioventù e un amarcord in pista alla mia età fa decisamente piacere. Sia anche perché a Torino era presente la crema tricolore della regolarità d’epoca. Battere tanti campioni con l’ausilio dei soli mezzi meccanici mi rende particolarmente felice. È un po’ la vittoria del senso innato del cronometro contro la tecnologia che avanza ma che non sempre ha la meglio su noi… vecchietti”. Gianpaolo Paciaroni, in gioventù sprinter di successo e ora regolarista con precisione “svizzera”, ha fatto centro ancora una volta. L’82enne ex bancario settempedano si è cimentato sulla pista del Lingotto di Torino, nella gran finale dei quattro Trofei dell’Automotoclub storico italiano a cui hanno preso il via i migliori concorrenti dei vari campionati organizzati dall’Asi. “La particolarità di quest’evento è data dal fatto che ci hanno fatto concorrere a bordo di nuove Fiat 500 messe a disposizione dalla casa madre. Insomma, si è messo insieme il vecchio ma mai passato di moda con il nuovissimo. Il risultato è stato apprezzabile, perché con al fianco il treiese Andrea Carnevali, mio compagno di squadra del Caem (il Circolo automotoveicoli d’epoca marchigiano di San Severino, ndr) che stavolta si è prestato nel ruolo di “navigatore” dettandomi i ritmi con una bacchetta, siamo riusciti a mettere tutti in… riga”. Paciaroni, che in questa occasione ha lasciato il volante della sua Autobianchi 112, ha chiuso coprendo i sette tratti sottoposti al rilevamento cronometrico con penalità minime, appena 54, riuscendo ad avere la meglio sui capitolini del Club Scuderia Campidoglio Trombetta (95 penalità) e Pepe (130 pen.) nell’ordine. “Fra i nostri avversari – ricorda con orgoglio l’asso settempedano del volante -, c’erano anche i temibili fratelli Cappella, anche loro romani, che sono riusciti a conquistare l’ultima edizione dell’ambìto trofeo Scarfiotti, il cavallo di battaglia del Caem”. Insomma, per Paciaroni, battuto lo scorso giugno sulle strade di casa sua, il trionfo nella finale di Torino è una sorta di prestigiosa rivincita.
Luca Muscolini