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Il consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni
Il consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni

Zura contro Martini sulla sanità: non ci fu diffamazione

La sezione dei giudici per le indagini preliminari e per l’udienza preliminare del Tribunale di Ancona ha archiviato il procedimento penale nei confronti del consigliere regionale della Lega nord, Luigi Zura Puntaroni, che era stato querelato per diffamazione dall’allora sindaco di San Severino, Cesare Martini. I fatti risalgono all’inizio di quest’anno, quando in città esplose la polemica per la chiusura del punto nascita all’ospedale settempedano, a seguito della decisione della Giunta regionale e del governatore Ceriscioli. In due occasioni il consigliere Zura intervenne duramente nei confronti di Martini: la prima, il 29 gennaio, in un’assemblea pubblica al cineteatro Italia; la seconda, il 22 marzo, durante una seduta del Consiglio regionale. Egli, riferendosi al sindaco e all’Amministrazione comunale, usò parole forti in entrambe le circostanze, tanto è vero che il sindaco, ritenendole offensive, decise di sporgere denuncia in qualità di rappresentante del Comune di San Severino, incaricando il legale Paolo Carnevali di Macerata – tramite apposita delibera di Giunta – di presentare gli atti in Procura. Di conseguenza, Luigi Zura Puntaroni – difeso dall’avvocato Francesco Tomassini di San Severino – ha spiegato al Gip che le espressioni da lui usate rientravano nell’ambito della polemica politica rigettando così ogni addebito. Il pubblico ministero, alla fine, ha proposto richiesta di archviazione, poi accolta dal giudice Carlo Cimini, il quale, in un passaggio del decreto, sottolinea che “la vicenda si inserisce in un aspro contesto di polemica politica, legato alla chiusura del punto nascita e caratterizzato da toni forti, tutti però correlati e concentrati sugli aspetti politici e non trasmodanti mai in contumelie o attacchi denigratori nei confronti della persona”. In particolare, durante la seduta del Consiglio regionale incriminata, Zura aveva dato del “povero cane” a Martini in un passaggio del suo intervento: “Questo è un discorso di fondo – disse il consigliere – e a me del pezzo di carta che è stato dato al sindaco Martini non mi importa niente – povero cane, lo fa vedere a tutti quanti, una firma, poi in 20 vanno a vedere cos’è – quello è uno dei soliti show che in questi mesi ho visto fare qua dentro, però lui è contento, ci si fa bello…”. Il pezzo di carta cui faceva riferimento Luigi Zura Puntaroni era il documento con cui il presidente Ceriscioli si era impegnato col sindaco a non sminuire ulteriorimente l’ospedale di San Severino. Il Gip del Tribunale di Ancona ha decretato che l’espressione “povero cane” evocava una similitudine in relazione al compostamento tenuto da Martini, il quale – come un cane che, dopo essere stato maltrattato dal padrone, si rinfranca con una semplice carezza – a fronte dell’avvenuto depotenziamento del nosocomio settempedano, si era “accontentato” di un mero impegno (senza alcuna valenza di atto amministrativo) della Regione a prevedere in futuro altre realizzazioni in quella stessa struttura. Da qui l’esclusione dell’ipotesi di reato.

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