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Francesco Borioni
Francesco Borioni

6 domande per 6 candidati: la parola a Francesco Borioni

Cosa farà, se eletto, per l’ospedale Bartolomeo Eustachio?

“Allo stato attuale, non sono più i sindaci a gestire il servizio sanitario: a essi sono affidati poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato del direttore generale delle Asl. I compiti del sindaco sono comunque ampi, soprattutto deve conoscere lo stato di salute della popolazione, deve prendere provvedimenti se le condizioni ambientali sono invivibili, se esistono pericoli incombenti e deve informare la gente sui rischi rilevanti cui è sottoposta. Questo sarà il nostro punto di partenza. Come più volte ribadito riteniamo sterile una lotta per pretendere che il nostro ospedale rimanga quello che è stato in passato, sarebbe una bandiera di pura propaganda. Bisogna a nostro avviso tutelare e garantire il diritto alla salute dei nostri cittadini e questo va fatto tenendo in considerazione i mutamenti che la sanità provinciale si appresterà a subire. Tradotto in termini pratici, il nostro obiettivo sarà quello di potenziare al massimo la capacità e l’efficienza del nostro ospedale sotto tre principali aspetti: le attività diagnostiche, le attività ambulatoriali pre e post specialistiche e infine la disponibilità per prestazioni di lungodegenza. Tutto ciò ovviamente sarà primariamente al servizio delle unità operative al momento attive, che svolgono un lavoro encomiabile, nella situazione di tagli e incertezza del momento. Inoltre, e non di meno, è necessario potenziare le relazioni e i collegamenti con le altre strutture del territorio, offrire una comunicazione puntuale ed efficace ai cittadini in merito all’organizzazione sanitaria generale. Stiamo pensando, date le diverse contingenze attinenti a tematiche legate alla nostra salute, alla possibilità di un assessorato alla Salute. I suoi compiti sarebbero quelli di tutelare la salute dei cittadini interagendo con le altre istituzioni effettivamente preposte all’organizzazione dei servizi sanitari: Regione e Asl. Un ruolo attivo nella prevenzione soprattutto igienico-ambientale, ma non solo, e di indirizzo e di controllo riguardo alle politiche sanitarie regionali”.

La bretella viaria San Severino-Tolentino rimarrà un fantasma per altri decenni o si potrà sperare in una strada a scorrimento veloce che colleghi i due centri?

“Senza voler fare polemica, l’occasione di realizzare questa opera c’è stata, e mi riferisco alla sua inclusione nei tracciati previsti dal piano stradale della Quadrilatero. Ad oggi se non viene immediatamente rimessa in quell’agenda, con un’azione congiunta ed efficace (e rapida) dei Comuni coinvolti, ho molte riserve sul fatto che possa essere compiuta in tempi brevi. Rappresenta un’opera faraonica, al di sopra della portata di un singolo Comune, ma resta il fatto che, se la via “maestra” non ci porterà a uno sbocco, ci porremo in sinergia con i Comuni limitrofi per trovare percorsi condivisi e valuteremo nell’ambito delle strategie a sostegno dello sviluppo delle aree montane e pedemontane, a livello comunitario”.

È favorevole all’eventuale realizzazione di un inceneritore in luogo del cementificio Sacci di Castelraimondo?

“Assolutamente no. E le ragioni della mia contrarietà sono molteplici: innanzitutto ritengo questa operazione sfacciatamente speculativa. In secondo luogo ribadisco che gli inceneritori non possono essere la soluzione definitiva del problema rifiuti: per quello occorrono efficienti politiche di riduzione, di raccolta differenziata e di riciclaggio. Lo sforzo fatto negli ultimi anni in termini di aumento del riciclaggio da raccolta differenziata e di sviluppo delle politiche di prevenzione rischia di essere del tutto vanificato. In ultimo, non certo per importanza, la trasformazione comporta un notevole rischio per la salute dei i cittadini del bacino in cui insiste l’impianto. Sarà nostra priorità pertanto vigilare attentamente sugli
sviluppi di questa vicenda, aumentare la massa critica di fronte alle istituzioni facendo corpo con gli altri Comuni interessati e pretendere, nel caso, che venga apportato un radicale miglioramento degli impianti e di conseguenza delle emissioni (diossine, metalli pesanti e altri microinquinanti), in modo da monitorare le ricadute sul nostro territorio”.

Qual è il punto di forza del suo programma?

“Direi la solidità, la concretezza e il proporre misure razionali e ragionate intorno a quello che è il nostro obiettivo principale: il lavoro. Si pensi ad esempio alle misure di supporto alle imprese ed attività del territorio e al fondo di sostegno per i disoccupati. Inoltre vorrei sottolineare un aspetto a cui tengo particolarmente. Il nostro programma nasce parallelamente al crescere del nostro gruppo e di conseguenza del nostro progetto. È il frutto di un processo di condivisione e costruzione delle idee che è alla base del nostro metodo di lavoro e come tale è un punto di partenza: per sua natura è destinato ad arricchirsi, crescere insieme a noi, insieme alla città”.

Che cosa mette in cima alla lista delle cose da fare nei primi 100 giorni di amministrazione se verrà eletto?

“Come più volte ho ribadito, il mio primo impegno per la città sarà mettermi a disposizione della città. Sarò un sindaco a tempo pieno, e fin da subito lavorerò per analizzare bene i punti di forza e di debolezza della macchina amministrativa. È necessaria un’attenta analisi delle risorse a disposizione, per effettuare una ottimizzazione di queste ultime e soprattutto per eliminare sprechi e situazioni non virtuose. Non possiamo permetterci di disperdere energie in termini di risorse umane ed economiche, tutti devono lavorare al meglio, solo così potremo attuare i nostri propositi. Successivamente, sulla base delle consultazioni con le parti sociali operanti sul territorio, enti, associazioni e rappresentanti di frazioni e comunità, istituiremo una sorta di elenco delle priorità e daremo avvio ai lavori”.

Come giudica la presenza di 6 liste cittadine per il voto del 5 giugno?

“Il quadro generale non è certo di semplice lettura. Muoversi nel proporsi non è facile e farsi un’idea di cosa votare neanche. Di certo questa condizione non è una nostra peculiarità, molti altri Comuni si trovano in situazioni simili e questo è senza dubbio frutto della disgregazione dei partiti nazionali e della perdita di rappresentatività di un certo tipo di politica. I risultati, a spoglio concluso, di questa frammentazione saranno che chi governerà dovrà fare i conti con una larga fetta di elettorato che non lo ha scelto. E qui emerge lo spessore di un sindaco, l’unione di un gruppo, le sue capacità di analisi e lavoro: l’integrità, la concretezza e l’interesse per il bene comune. E su questo mi sento e ci sentiamo assolutamente a posto”.

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