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L'attore Simone Riccioni sul palco del "San Paolo"
L'attore Simone Riccioni sul palco del "San Paolo"

Applausi al “San Paolo” per l’attore Simone Riccioni

Matteo ha 26 anni e il sogno di fare il meccanico a Maranello. Ha due genitori che lo adorano e una sorellina disabile che lo segue come un cucciolo. Ma proprio quando riceve l’attesa risposta per presentarsi a un colloquio alla Ferrari, una disgrazia capitata a una donna a lui sconosciuta rimette in discussione il suo senso di appartenenza e la sua amorevole famiglia, spingendolo a partire, accompagnato dalla sorella e da una ragazza incontrata per caso, alla scoperta della metà della sua vita che non conosceva.

E’, in sintesi, la trama del film “Come saltano i pesci” che i Teatri di Sanseverino e il cinema San Paolo hanno proposto in questi giorni alla città e agli studenti delle scuole settempedane (dalle Medie alle Superiori). Pure oggi – domenica 3 aprile – è possibile vederlo alle 16.15 oppure alle 18.15 o alle 21.15.

Ultim’ora: a grande richiesta il film viene proiettato anche stasera, lunedì 4 aprile, alle ore 21.15.

E’ una pellicola davvero interessante, ricca di spunti di approfondimento, come ha spiegato lo stesso protagonista della storia: l’attore Simone Riccioni, maceratese, intervenuto ieri (sabato) alla proiezione del film per un incontro con i ragazzi presenti in sala.

Simpatico e disponibile, il giovane attore ha raccontato un po’ della sua vita, della sua esperienza in Africa con la famiglia impegnata in opere di volontariato, e ha rivelato che la sua fidanzata è di San Severino. Si chiama Camilla Giaconi, di professione modella.

Simone, introdotto dal dirigente scolastico del Comprensivo “Tacchi Venturi”, Sandro Luciani, era accompagnato dal regista Alessandro Valori (anche lui maceratese) e dalla protagonista femminile del film, Marianna di Martino.

Ha risposto volentieri alle domande degli studenti e a un ragazzo, salito sul palco del “San Paolo” per confessare il suo grande sogno nel cassetto – quello di diventare un ballerino -, ha detto: “Nella vita bisogna avere degli obiettivi, dei sogni e bisogna inseguirli con umiltà, impegno e preparazione, senza mai rinunciarci”. La storia del film viene da una sua idea, tant’è che lui ne è coproduttore. Il botteghino finora non lo ripaga dei sacrifici fatti per finanziare l’opera cinematografica, ma la critica di settore sì. Vi proponiamo di seguito quanto scrivono gli esperti su “Come saltano i pesci”.

“Anche in Italia, per fortuna, si fa ancora cinema indipendente, cioè non prodotto dalle major cinetelevisive, ma supportato da realtà locali e produttori che con investimenti non eccelsi riescono comunque a raccontare storie diverse, provando a uscire dal coro e a nuotare controcorrente, come quei pesci che invece di unirsi al branco decidono di saltare fuori dalla rete. In modo non dissimile a quello di tanti indie americani, anche in Come saltano i pesci i personaggi vengono presentati separatamente, senza che conosciamo i loro legami, come in un puzzle che pian piano lo spettatore ricompone e che assume un senso diverso alla fine, quando è completo di tutti gli elementi. Un uomo pestato da sconosciuti, un incidente mortale, un ragazzo che rientra dall’estero su un’imbarcazione, un suo coetaneo colto in un’istantanea di serena vita di famiglia, due belle e trasgressive ragazze che decidono di andare a un rave: che rapporti hanno, o avranno, nella storia che stiamo per vedere? Per scoprirlo non c’è che giocare con le tessere che gli autori ci offrono, sperando che alla fine tutto torni. La scommessa fatta da Alessandro Valori e dal protagonista e coproduttore (nonché autore del soggetto) Simone Riccioni è quella di raccontare, coi toni realistici della vita, in cui si alternano naturalmente dramma e commedia, la storia di due famiglie e del segreto che custodiscono da vent’anni, all’improvviso portato alla luce da un tragico avvenimento. Il valore maggiore del film sta proprio nel riuscito equilibrio dei toni: nonostante il lutto, l’abbandono, la scoperta dolorosa che fa convergere i protagonisti, dapprima nemici poi riconciliati, c’è spazio anche per il sorriso, la risata e la speranza. 

Al di là degli ovvi sottotesti religiosi, esplicitati nel film dalla bella figura del sacerdote e dalla preghiera del bravo ragazzo Matteo, colpiscono al cuore anche un agnostico e un ateo la verità e la compassione con cui viene rappresentata l’imperfezione umana. Una famiglia – tutte le famiglie, nonostante la pretesa di superiorità di alcune su altre – è sempre un’entità imperfetta, un coacervo di individui diversi che possono essere vittime di rancori e dolori, con stanze segrete di cui ci si illude di aver buttato via la chiave e che separano a volte per sempre i suoi componenti. A tenere insieme queste assortite compagini è l’amore, ma a volte nemmeno questo basta e si può decidere di cercare altrove qualcosa o qualcuno a cui appartenere.

Come saltano i pesci è un piccolo film a tratti poetico e surreale (vedi su tutte la bella e divertente sequenza della mucca), garbato e prezioso anche per le interpretazioni degli attori, molto naturali in ruoli sicuramente preparati a lungo. Sono tutti bravi (e belli), ma è soprattutto un piacere trovare Maria Amelia Monti e Biagio Izzo in vesti di attori “seri”, così come lo è assistere alla performance di Maria Paola Rosini, la tenera ragazzina Down che agisce da saggia e spiritosa consigliera. Un valore aggiunto, infine, sta nella poco sfruttata ambientazione marchigiana, per una storia che per una volta non si svolge a Roma, ma ci ricorda che, nel bene e nel male, ci sono posti in Italia dove la vita ha ancora un altro respiro”.