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Sala parto all'ospedale di San Severino
Sala parto all'ospedale di San Severino (foto d'archivio)

Punto-nascita lavora a pieno regime. C’è attesa per il Tar

In attesa che venerdì 22 gennaio il Tar delle Marche si pronunci sul ricorso presentato dal Comune di Osimo contro la decisione della Regione di chiudere il punto nascita dell’ospedale osimano, l’attività del reparto di Ostetricia di San Severino prosegue regolarmente. Almeno fino a domenica 31 gennaio, giorno fissato dai vertici Asur per il suo stop (salvo soprese, appunto!). Difatti, da qui a fine mese i turni di medici, ostetriche e personale sono già coperti, il pediatra c’è, i cesarei si fanno regolarmente in sala operatoria, gli ambulatori funzionano e, se una donna si presenta per partorire, il suo bebè nascerà comunque a San Severino. Ed è già accaduto in queste ore con un cesareo d’urgenza cui è stata sottoposta una mamma di Matelica che ha dato alla luce un bel maschietto in data lunedì 18 gennaio. Alla faccia del paventato blocco dei ricoveri! E di chi vuole chiudere una struttura che rappresenta un’eccellenza per tutto il territorio.

Nel frattempo amministratori pubblici e cittadini settempedano (ma non solo) proseguono la loro battaglia contro il provvedimento regionale. Il Comune a breve presenterà il preannunciato ricorso al Tar: i legali incaricati dalla Giunta lo stanno predisponendo in queste ore. Così pure farà autonomamente il Comitato per la tutela dell’ospedale. “Sì, ricorreremo anche noi ai Tar – conferma l’avvocato Marco Massei, vice presidente del Comitato –, dopo aver già scritto al Prefetto e aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica. Di certo, non molliamo! E la popolazione è con noi: a San Severino abbiamo raccolto già oltre 1.300 firme, ma la sottoscrizione è attiva in almeno altri venti paesi del territorio. Ed è quindi facile immaginare che i firmatari saranno, alla fine, molte migliaia”. Nei propositi del Comitato ci sono pure altre due iniziative. “Vorremmo organizzare una nuova manifestazione di piazza per far sentire ancor più viva e forte la voce della gente contro una decisione – spiega Massei – che è stata assunta d’imperio, con un metodo errato, certamente non democratico. Una vera sconfitta per la politica. La salute delle persone non è un tema qualunque: se non la popolazione, almeno i sindaci andavano coinvolti. Invece, è stato fatto tutto in gran silenzio e con ingiustificabile velocità. Basti pensare che i lavori per adeguare l’ospedale di Macerata, che in linea di principio dovrà lavorare dal 1° febbraio il 50% in più di quanto fatto finora, sono stati affidati il 31 dicembre scorso e forse finiranno per il 2017. Vorremmo che il presidente Ceriscioli venisse anche qui, come ha fatto a Urbino, per parlare con i sindaci e ascoltare pure le ragioni del nostro territorio”.

Aggiornamento

Giovedì 21 gennaio, alle ore 21, il Comitato cittadino per la difesa dell’ospedale organizza una nuova riunione pubblica nella sede dell’associazione “La Tavolozza”, alla quale sono invitati a partecipare tutti i settempedani (e non solo). Si farà il punto della situazione e si discuterà insieme delle prossime iniziative da intraprendere contro la Regione e contro la chiusura del punto nascita. 

 

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