Torna ad alzarsi il sipario della stagione di prosa del Feronia. I “Teatri di Sanseverino” oggi, domenica 25 gennaio, ospitano, a partire dalle ore 18, “Sogno di una notte di mezza Sbornia” del grande Eduardo con Luca De Filippo, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo, Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero e Paola Fuliciniti. Lo spettacolo, liberamente tratto dalla commedia “La fortuna si diverte” di Athos Setti è affidato alla regia di Armando Pugliese ed è un’esclusiva regionale proposta in collaborazione con il teatro Concordia di San Benedetto del Tronto. Scritta nel 1936, la commedia “Sogno di una notte di mezza sbornia” racconta di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari, di un’umanità dolente che solo in questo modo riesce a pensare a un futuro migliore per sopravvivere al proprio presente. A Pasquale Grifone, povero facchino, piace alzare il gomito: ma quando beve Pasquale fa sogni strani, come ricevere la “visita” di Dante Alighieri, del quale gli era stato regalato un busto di gesso. Il “Sommo Poeta” gli suggerisce quattro numeri da giocare al lotto, precisando però che rappresentano la data e l’ora della sua morte. Di lì a poco la quaterna esce e Pasquale vince una bella somma. La famiglia si adatta prestissimo alle nuove, agiate condizioni e nessuno si preoccupa della disperazione del povero facchino che vive terrorizzato dalla sua “imminente” morte. In famiglia tutti cercano anzi di convincerlo che si tratta solo di superstizione ma il giorno annunciato tutti si vestono a lutto, convinti, malgrado tutto, che siano gli ultimi momenti della vita dell’uomo. Ma quando il pericolo sembra ormai scongiurato, un colpo di scena riapre il gioco. Utilizzando lo stile comico, il grottesco e la farsa, Eduardo combina le forme classiche della tradizione teatrale napoletana. Il gioco del lotto si trasforma in una scommessa tra la vita e la morte; la comunità degli amici, stretti incontro al protagonista e al suo dramma più per egoistico interesse personale che per solidarietà, fornisce a De Filippo la possibilità di sviluppare l’ aspetto corale della sua drammaturgia. Con un finale a sorpresa e che non si consuma mai, ancora una volta l’autore, con pungente intelligenza, propone un’occasione per riflettere sul nostro modo di stare al mondo. Lo spettacolo viene proposto in occasione del trentennale della scomparsa di Eduardo.