«Una “unione montana” dei teatri», questo è il progetto culturale presentato il 21 settembre nella sede dell’Unione montana Potenza Esino Musone a San Severino: un’idea che intende valorizzare le stagioni teatrali di quattro teatri del territorio, il Feronia di San Severino, il Piermarini di Matelica, il Mestica di Apiro e il Comunale di Treia.
L’obiettivo del progetto è quello di pubblicizzare e mostrare le varie programmazioni dei differenti teatri, in modo tale da rendere nota a tutta la popolazione l’ampia e differente offerta di queste realtà culturali, andando oltre il concetto di “rassegna municipale” affinché nasca una reciproca intesa tra i diversi teatri ed i vari interessi culturali promossi da ogni rassegna. Un progetto importante per le realtà comunali che hanno aderito e per l’Unione montana, anch’essa sostenitrice del progetto.
Il vicepresidente dell’Unione montana, Fabio Aquila, ha affermato che questo progetto serve a «raggiungere un obiettivo superiore, perché le rassegne, prese a sé, rappresentano una cosa per il singolo comune, invece messe insieme possono raggiungere qualcosa di più, per arrivare a migliorarsi sempre di più negli anni, per arrivare ad aggregare sempre più teatri e territori».
L’Unione montana si occuperà di realizzare un depliant contenente le quattro stagioni teatrali e sarà disponibile in ciascun teatro aderente.
Durante la conferenza stampa, il direttore artistico del Feronia, Francesco Rapaccioni, ha introdotto il progetto e coordinato il dibattito tra i diversi rappresentati istituzionali dei Comuni coinvolti.
Per Raimondo Arcolai dell’Amat (Associazione marchigiana attività teatrali), questo progetto è importante perché rappresenta «un salto di qualità e significa dare un servizio ulteriore al territorio, cioè un servizio di qualità agli spettatori, fornire un progetto, una collaborazione complessiva che ha un significato molto importante, perché l’unione fa la forza, perché questo è un territorio molto importante con i suoi teatri straordinariamente belli ed importanti».
Roberto Morelli, vicesindaco di Apiro, ha sottolineato l’importanza di questa unione e della rassegna della sua città: una rassegna caratterizzata da spettacoli innovativi e che aprirà con lo spettacolo “Le cronache di Coldigioco”, realizzato dalla compagnia di Apiro, la Compagnia Teatro di Onisio. I due responsabili della Compagnia, Fiorenza Montanari e Andrea Quatrini, erano presenti alla conferenza, e sono anche i direttori artistici della rassegna (inoltre, questa compagnia è anche una scuola di teatro). Per Montanari: «Il teatro è un luogo dove si compie un rito sociale, un salotto, una “piazza coperta” dove la comunità deve sentirsi a casa, dove tutte le generazioni possono trascorrere momenti importanti».
La città di Matelica, rappresentata dall’assessore alla cultura Barbara Cacciolari, ha puntato a una rassegna che vuole essere «un compromesso tra cultura, storia e “buon umore”, queste sono le finalità principali che ho voluto dare al teatro di Matelica – sono le parole dell’assessore-. Bisogna entrare a teatro per affrontare temi importanti, ma bisogna anche lasciare le famiglie contente e soddisfatte. La nostra rassegna vedrà inoltre attori importanti, come Nancy Brilli, Giorgio Pasotti ed Alessandro Gassmann».
Dal “buon umore” si passa al “brio”, quest’ultimo un aspetto importante per la rassegna di Treia.
Il vicesindaco di Treia, David Buschittari, ha spiegato infatti che «qualità e brio sono i due elementi che abbiamo voluto inserire nella nuova stagione teatrale, che partirà nei prossimi mesi: c’è una vera e propria stagione teatrale e una rassegna dedicata ai più piccoli e alle famiglie, la rassegna “Domeniche da favola”, con spettacoli che spaziano dalle fiabe classiche alle rappresentazioni più moderne».
In rappresentanza della città di San Severino, oltre al sindaco Rosa Piermattei, era presente anche l’assessore alla cultura e vicesindaco Vanna Bianconi, la quale ha ribadito l’importanza di questa collaborazione tra teatri, perché rappresenta un momento importante per migliorare «la qualità del servizio offerto da ognuno di questi teatri. Il teatro storico è identitario di un territorio, quindi questo patrimonio culturale cerchiamo di tenerlo ben custodito e di farlo lavorare nel migliore dei modi. Volevo inoltre sottolineare la funzione di comunità che il teatro ha: un luogo di incontro e di dialogo, è un luogo in cui la comunità ribadisce la partecipazione ad una realtà, una realtà del passato che si coniuga nel presente e nel futuro. La cultura porta inoltre un miglioramento nell’economia, coinvolgendo altre attività, come l’accoglienza e le attività commerciali».
Per quanto riguarda la stagione settempedana, il filo conduttore di questa rassegna sarà «il concetto di famiglia in chiave contemporanea», ovvero le diverse declinazioni che oggi la famiglia ha assunto, le varie forme di amore, di incontri e di scontri, ed i cambiamenti presenti nella famiglia contemporanea.
In conclusione dell’incontro, il direttore Rapaccioni ha dichiarato: «Non abbiamo voluto fare un’unica grande stagione, ma ogni teatro è stato indipendente nelle scelte e nelle caratteristiche, e poi ci siamo trovati a visualizzare, a rendere note e a collimare le quattro stagioni. Nessuno si è sentito spinto, costretto, a dover fare dei piccoli sacrifici nell’idea di un’unione, ma in realtà è una unione “inter pares” di quattro teatri, di pari valore, di pari stagione, che hanno lavorato autonomamente e che si trovano però ad avere quattro stagioni che vengono compenetrate. È una “unione montana” perché, secondo me, tutti i linguaggi che avete detto, turismo, economia, tutto unisce, ma la cultura è quello che davvero parla una sola e unica lingua».
Silvio Gobbi