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L'ingresso alla Botte dei Varano
L'ingresso alla Botte dei Varano

“Tacchi Venturi”: le prime medie in gita a Colfiorito, una sfida a Giove Pluvio

Se la seconda ed ultima uscita didattica delle cinque classi seconde della Secondaria dell’Ic Tacchi Venturi a San Marino è stata in forse fino all’ultimo per le condizioni atmosferiche non incoraggianti ma, con opportuni cambi di rotta, al termine la trasferta è stata registrata con il marchio “positivo” grazie anche all’intraprendenza di alunni e pure insegnanti che, al Parco Avventura della repubblica del Titano, ha aperto in giusta dose la valvola “adrenalinica” degli studenti improvvisatisi novelli Tarzan, la conclusiva gita delle prime medie è stata una guerriglia costante con Giove Pluvio.

Alla fine la contesa si è chiusa in… parità perché, se è vero che, soprattutto alla palude di Colfiorito, la pioggia ha imperversato e di animali nello specchio lacustre se ne sono visti pochini, anche con il binocolo, non è stata preclusa dalle precipitazioni l’interessante visita al Museo Archeologico di Serravalle del Chienti con la sagace regia degli esperti Unicam Alessandro e Luisa che hanno dischiuso ai ragazzi l’inopinato mondo dell’antica “savana dell’Appennino” con tigri dai denti a sciabola ed ippopotami, né tanto meno la solleticante visita all’ingresso del condotto romano ed alla botte dei Varano che hanno consentito, in una sinergica azione a distanza di secoli, la bonifica di una zona paludosa altrimenti poco utile sia nell’evo antico che in quello di mezzo.

Stimolante la passeggiata con doppia guida nell’unico tunnel visitabile della Botte dei Varano (il nome è ispirato alla volta del tratto più profondo che ricorda appunto una botte), con tanto di rane e ragnetti, mentre un solitario pipistrello dormiente ha attirato l’attenzione dei più all’entrata invalicabile del condotto di epoca romana. Provvidenziale il riparo in un adeguatissimo locale attiguo al Museo di Serravalle per consumare il pranzo al sacco e per rilassarsi senza pensare a nuvole e schiarite. Fatto che ha consentito, con il tifo a distanza della dirigente Catia Scattolini, il ritorno al sorriso, a pancia piena, dell’intera compagnia di docenti ed alunni sui quali, in particolare questi ultimi, ha fatto colpo la conoscenza di “Lallo”, il serpente falso corallo ormai 14enne che i ricercatori hanno svezzato e visto crescere pur tra terremoto e pandemia, con il quale i più arditi ragazzi hanno fraternizzato per qualche istante al museo di Serravalle.

Di emozionante alla palude di Colfiorito c’è stato piuttosto l’arrivo di… una pattuglia della Stradale che ha controllato l’efficienza dei mezzi nel deserto della distesa d’acqua in cui i resti di un battello hanno riportato gli appassionati “western” al ricordo dei battelli della guerra di Secessione americana. Al momento del ritorno a casa un sole beffardo ha salutato il centinaio di gitanti tutt’altro che scoraggiati per una giornata bagnata, eppure interessante, alla scoperta resiliente di siti vicini, reconditi ma interessanti sui quali spesso, a torto, si sorvola.

Lu.Mus.

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