Dopo le scosse di terremoto del 2016, che per quasi sette lunghi anni ne hanno imposto una chiusura forzata, la città di San Severino è tornata a riappropriarsi della sua raccolta dedicata alle testimonianze della civiltà contadina, artigianale e protoindustriale.
Negli spazi espositivi da tempo intitolati ad Oberdan Poleti è stato riallestito, al momento nella veste di mostra temporanea, il Museo del territorio.
Centinaia di oggetti raccontano, in un percorso di quattro sale, la quotidianità del passato in sezioni dedicate alla sanità, con gli oggetti che ricordano l’associazione di pubblica assistenza Croce Verde nata nel Novecento, al lavoro agricolo, con macchine e utensili impiegati nelle nostre campagne, al mondo del lavoro artigianale, con molte testimonianze che giungono dal vecchio Borgo Conce, al tempo libero, alla vita quotidiana. Nella casa colonica attigua alle stesse sale ricavate all’interno del plesso delle Medie, invece, si può scoprire un mondo d’altri tempi, di quando cioè non c’era la luce elettrica e la vita era scandita da altri ritmi e altre priorità.
Al taglio del nastro della mostra temporanea hanno preso parte il sindaco Rosa Piermattei, il vice sindaco e assessore alla Cultura, Vanna Bianconi, la famiglia Poleti, il direttore onorario del Museo del territorio, Egidio Pacella, e il direttore della rete museale “Alta Valle del Potenza”, Federica Galazzi.
Molto apprezzato l’intervento dello storico e sociologo Alberto Pellegrino dedicato alla cultura popolare.
Il primo cittadino settempedano, portando il saluto dell’Amministrazione locale, ha ricordato l’importanza della riapertura di un luogo che costituisce la memoria storica per tutta la comunità settempedana e non solo.
A presentare la storia della raccolta e le vicissitudini legate al terremoto, invece, è stato il professor Egidio Pacella, cui è seguito l’intervento della direttrice della rete museale territoriale, Federica galazzi, sull’importanza dei musei proprio per le nostre città.
Infine, esibizione del gruppo folkloristico Città di Castelraimondo e rappresentazione della farsa “La zampa matta” da parte del gruppo teatrale L’Alternativa.
La raccolta è visitabile su prenotazione (Ufficio Cultura del Comune, tel. 0733 641309).