“Il re dei versi incontrò frate Francesco un giorno nel monastero di Colpersito a San Severino Marche; fu trafitto dalla sua parola e una scintilla nuova si accese dentro di lui. Avvenne, forse, per lui, quello che avvenne per san Paolo sulla via di Damasco…”.
L’autore di queste righe, in cui si fa riferimento a uno dei luoghi più cari a noi settempedani, è nientemeno che Papa Francesco nella “lettera introduttiva a un giovane fratello in ricerca” che apre il libro del neocardinale cappuccino p. Raniero Cantalamessa, dal titolo “Francesco giullare di Dio. Raccontato ai giovani da frate Pacifico ‘re dei versi’” (Edizioni Francescane Italiane, 156 pagine, 14 euro). Libro in uscita venerdì 9 aprile, giorno in cui viene trasmesso anche un filmato di presentazione (“Francesco, artista di Dio”) sulla pagina Facebook di Frate Indovino, alle ore 18.
Nell’opera, pensata per i giovani, padre Cantalamessa – predicatore della Casa pontificia – racconta la singolare vicenda di Guglielmo da Lisciano, cantastorie di successo, che incontrò Francesco d’Assisi e ne divenne uno dei primi compagni col nome di frate Pacifico. I due si conobbero “presso il monastero di Colpersito a San Severino Marche – scrive nella prefazione del libro fra Sergio Lorenzini, Ministro provinciale dei frati minori cappuccini delle Marche –. Era probabilmente il 1212. Francesco tornava da Ancona, dopo essersi imbarcato per tentare invano di raggiungere la Siria, mentre Guglielmo omaggiava di una visita di cortesia una sua parente religiosa lì residente. Le loro vite si toccarono in quell’incontro provvidenziale”.
Dunque, la nostra terra al centro di questa vicenda così bella e significativa che padre Raniero Cantalamessa ha voluto scrivere per i più giovani, con il pieno imprimatur di Papa Francesco.
Ecco un passaggio dell’Introduzione scritta dal cardinale cappuccino.
“Ho voluto raccogliere un suggerimento, a me giunto da fra Sergio Lorenzini (…), di scrivere un messaggio per i giovani (di età o di cuore!), prendendo lo spunto dalla vita di uno dei primi compagni di Francesco d’Assisi, chiamato frate Pacifico e conosciuto come “re dei versi”. Un giovane che un giorno incontrò “il grande amore della sua vita” e non lo lasciò mai più. La storia di frate Pacifico e del suo incontro con San Francesco ha avuto inizio a San Severino Marche e, più precisamente, nella località di Colpersito, dove è situato l’attuale convento dei cappuccini. Questo antico convengo è il segno di una presenza francescana che non si è mai interrotta – ora al femminile ora al maschile – dal passaggio del santo di Assisi in terra marchigiana e che ha dato, nel frattempo, anche un santo all’Ordine e alla Chiesa, san Pacifico da San Severino, frate minore dell’Osservanza (1653-1721). Una presenza che ancora oggi prosegue e rifiorisce in forme nuove, in questa regione tra l’Adriatico e gli Appennini, un tempo chiamata “Settempedana”. Non ho potuto sottrarmi all’amabile invito del mio padre provinciale, anche se sono convinto che lui avrebbe saputo farlo meglio di me, se non altro per l’età e la straordinaria capacità di comunicazione che possiede, cosa che lo renderebbe assai più adatto di un anziano di 86 anni a parlare dei giovani d’oggi, per i quali il progetto di un focolaio di vita francescana è soprattutto pensato. Al motivo dell’obbedienza – che altro non è che un atto di amore -, si è aggiunto un pizzico di campanilismo, dal momento che frate Pacifico è un mio compaesano, essendo originario di Lisciano, una frazione del Comune di Ascoli Piceno”.
Guglielmo da Lisciano aveva capito che per conquistare il cielo bisognava rinunciare agli onori di questa terra seguendo quella “musica carismatica” che veniva da san Francesco d’Assisi. E così il suo cuore divenne finalmente… Pacifico!
“Il re dei versi, la cui storia leggerai nelle pagine che seguono – scrive in apertura Papa Francesco rivolgendosi a ogni giovane -, amava la vita e, come tutti i ragazzi e le ragazze, desiderava viverla appieno. Era uno tra i più famosi cantori del suo tempo e nel suo impetuoso desiderio di pienezza cercava senza saperlo Colui che solo può riempire il cuore dell’uomo. Cercava e fu trovato. Questo ci mostra una verità ancora più profonda: il Signore desidera che tu lo cerchi perché egli possa trovarti”.