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Francesco Borioni
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“Il caffè d’agosto” con il consigliere Francesco Borioni

Il week end di Ferragosto è solitamente un tempo di riposo per ricaricare le batterie in vista della ripresa dell’attività a pieno ritmo. Ne abbiamo approfittato per rivolgere alcune domande ai rappresentanti consiliari di minoranza, cercando di approfondire alcuni temi del momento.

Abbiamo intitolato la serie di interviste “Il caffè d’agosto”.

Oggi ospitiamo Francesco Borioni, capogruppo del Centrosinistra per San Severino.

E’ iniziato il conto alla rovescia per le Regionali: come le vede?

“Come sempre sono impegnato nel centrosinistra. Ho lavorato per dar vita alla lista Marche Coraggiose, che appoggia il candidato presidente Maurizio Mangialardi. E’ una lista civica, ecologista e progressista che avrà anche un candidato di San Severino, l’avvocato Giovanni Chiarella. Ho molto apprezzato le dichiarazioni del sindaco Rosa Piermattei a favore dello stesso Mangialardi”.

Fra meno di un anno si vota anche a San Severino: qual è la situazione su questo fronte dall’osservatorio di centrosinistra?

“Direi che a livello locale è difficile fare previsioni, perché alle Comunali di solito si “mischiano le carte”, basti pensare che nell’ultima tornata elettorale c’erano 6 liste in corsa. Personalmente auspico maggiore coerenza e trasparenza, e penso che questa frammentazione disorienti l’elettore, ma purtroppo, proprio in occasione delle prossime elezioni regionali, continuiamo ad assistere al cosiddetto salto della quaglia, con amministratori e partiti che cambiano schieramento ogni cinque anni”.

Prima il sisma, poi il Covid: che giudizio si può dare di questi anni di amministrazione cittadina?

“Per il sisma non ho alcun motivo per non riconoscere che l’Amministrazione sia stata incisiva. A mio parere ha saputo ben utilizzare gli apparati della Protezione civile e i tecnici-terremoto che lo Stato e i Commissari hanno messo a disposizione. Ho solo un appunto: la troppa esposizione mediatica che alle volte sembra sopra le righe. Il Covid invece è una situazione talmente anomala e senza precedenti che è difficile dare dei giudizi, credo che sia fondamentale applicare le normative e vigilare che vengano osservate. Invece, terminata l’emergenza terremoto, devo dire che ho visto in difficoltà l’Amministrazione nella gestione ordinaria del Comune e nello stesso tempo è mancata una visione di lungo periodo. Credo che ciò sia dovuto alla mancanza di esperienza nella gestione della ‘cosa’ pubblica”.

Suoi obiettivi e battaglie politiche personali per il fine-mandato?

“Le mie battaglie sono quelle di sempre, cioè la difesa dei beni e servizi pubblici non dimenticando le persone più in difficoltà, soprattutto in questo momento di crisi. In particolare nei pochi mesi che mancano alla fine del mandato vorrei dare un contributo sulla sanità che va sicuramente riscritta, sulla scuola pensando a un modello di educazione diffusa, sullo sviluppo turistico dove ci sono opportunità da cogliere.

Di recente ha seguito da vicino Itis e Assem…

“La questione dell’Itis, come tutta la scuola – ricordo la battaglia per la “Luzio” per evitare che venga decentrata dal contesto urbano -, mi è stata sempre a cuore. Per l’Itis ho cercato di stimolare e sollecitare i molteplici attuatori, ma purtroppo devo registrare che siamo in una situazione di stallo e questo mi preoccupa molto. Anche per l’Assem mi sono speso e continuerò a farlo per difendere, pur in un contesto normativo non favorevole, che il patrimonio di competenze al servizio della comunità non sia delegittimato. Francamente sono rimasto sorpreso dalla reazione sopra le righe dei vertici dell’Assem alla mia contrarietà ad affidare a una ditta privata l’ammodernamento e la gestione dell’illuminazione pubblica tramite il project financing. Il Comune e l’Assem stanno percorrendo questa strada a mio parere sbagliata e ne è la prova che il Comune di Civitanova Marche ha dato l’incarico alla propria azienda municipalizzata di effettuare lo stesso tipo di intervento che il nostro Comune vuole affidare ai privati”.

Lei è anche presidente del Circolo pensionati: com’è la situazione in questo periodo di emergenza sanitaria?

“Per me è un’esperienza nuova, innanzi tutto perché non sono ancora pensionato, ma mi è stato chiesto dal precedente presidente Gianni Dialuce di dare una mano nella gestione e non mi sono tirato indietro. Purtroppo in questo momento, causa Covid, abbiamo dovuto interrompere le nostre attività in primis per tutelare la salute dei nostri iscritti, che sono i soggetti a maggior rischio, e poi perché le normative in vigore non ci permettono di svolgere le nostre normali attività. Attualmente apriamo il giardino del Circolo tre giorni a settimana per dare possibilità ai soci di riprendere un minimo di socializzazione e poter passare dei pomeriggi in compagnia, sempre con le dovute precauzioni”.

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