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Franca Valeri
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Addio a Franca Valeri: nel 2008 il Feronia la celebrò con la “Maschera d’argento”

Franca Valeri è morta. L’attrice si è spenta nella sua casa di Roma, circondata dall’affetto della famiglia: aveva compiuto 100 anni lo scorso 31 luglio.  Proprio nel 2020 le era stato consegnato il David di Donatello alla carriera, il primo David ricevuto dall’attrice nonostante la sua prolifica carriera al cinema, che l’ha vista lavorare con alcuni dei registi più celebri di sempre, da Fellini a Monicelli (con cui collaborò anche per la Tv).

Nel febbraio del 2008 venne per l’ultima volta al Feronia di San Severino portando in scena “Le serve” di Genet assieme ad Anna Maria Guarnieri e Patrizia Zappa Mulas. In quella occasione l’Amministrazione comunale – con l’allora sindaco Cesare Martini e l’assessore alla Cultura, Alessandra Aronne – consegnarono a Franca Valeri il premio alla carriera teatrale “Maschera d’argento Virgilio Puccitelli”: un riconoscimento ideato dal direttore artistico del Teatro Feronia, Alberto Pellegrino, per onorare la memoria di Virgilio Puccitelli, autore di drammi per musica tra i più rappresentativi del Seicento italiano, nato a San Severino nel 1599 e morto nel 1654.

L’anno precedente la “Maschera d’argento Virgilio Puccitelli” – opera dell’artista Adriano Crocenzi – venne consegnata a Carlo Giuffré, mentre nel 2009 andrò a Gianrico Tedeschi; quindi, nel 2010 a Geppy Gleijeses e nel 2011 a Pamela Villoresi.

Franca Valeri ha dato vita a un repertorio classico di personaggi teatrali, poi radiofonici, cinematografici e televisivi, che rappresentano a tutti gli effetti delle “maschere” indissolubilmente legate al suo nome, dalla signorina Snob a Cesira la manicure, fino alla sora Cecioni. Ma i suoi personaggi nascono da una storia professionale che l’ha vista iniziare giovanissima, quando nonostante l’opposizione di suo padre, che disapprovava la professione di attrice (motivo del cognome d’arte Valeri a dispetto di Norsa), cresce frequentando il teatro di prosa e si appassiona anche di teatro operistico musicale, in giovane età.

Trascorre gli anni complessi dell’infanzia a Milano, caratterizzati dalle leggi razziali del regime fascista che perseguitarono la sua famiglia, essendo il padre ebreo. Nel 1943 quest’ultimo e il fratello di Franca sono costretti a rifugiarsi in Svizzera, mentre l’attrice e sua madre restano a Milano, grazie alla complicità di un conoscente che, lavorando all’anagrafe, nasconde la loro identità. “Ancora mi chiedo come sia riuscita a salvarmi”, aveva detto l’attrice in una delle ultime interviste rilasciate.

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