Turisti, merce rara in questo periodo. Qualcuno però comincia a muoversi, come i cinque “viandanti” che proprio nel giorno del patrono ha ospitato l’Hotel Due Torri al Castello di San Severino. “Sono i primi dopo la riapertura”, dice il titolare Paolo Severini, mentre gli serve una buona cenetta a base di degustazioni locali. Vengono in tre dalla lontana Trieste e in due dalla più vicina Perugia: insieme stanno facendo a piedi il cammino coast to coast elaborato e presentato da Simone Frignani nella sua ormai famosa guida “Italia coast to coast. Dall’Adriatico al Tirreno”. Un viaggio di 410 chilometri che dalla riviera del Conero giunge all’Argentario, attraversando – da mare a mare – un’Italia tutta da scoprire fra le Marche, l’Umbria, il Lazio e la Toscana.
“Noi in verità ne facciamo solo una metà, fino ad Assisi, perché la seconda parte sull’altro versante, cioè da Assisi a Orbetello, l’abbiamo percorsa già tre anni fa – racconta la signora Luisa -. Siamo partiti il 5 giugno da Portonovo, subito dopo la fine del lockdown e la riapertura dei collegamenti fra regioni. Il nostro è un cammino lento, di circa 20-25 chilometri al giorno, fermandoci nei piccoli borghi e nelle città d’arte come San Severino. Contiamo di giungere ad Assisi a fine settimana”.
Il gruppo, proveniente da Treia, oggi si rimette in marcia alla volta di Camerino. Già tutti appassionati di storia e natura, nonché allenati camminatori ed escursionisti esperti, i cinque coasters sono stati ormai conquistati dal fascino degli itinerari a piedi. “Lo scorso anno – raccontano – siamo andati in Sardegna per il cammino minerario di Santa Barbara, seguendo gli antichi percorsi del Sulcis Iglesiente Guspinese, nel sud ovest dell’isola. Erano i sentieri di chi lavorava nelle miniere di carbone, spesso a ridosso del mare. Due anni fa, invece, abbiamo seguito il cammino di San Benedetto: 300 chilometri da Norcia all’abbazia di Montecassino, attraverso le zone montuose caratteristiche dell’Italia centrale. Ci piace, insomma! E stavolta abbiamo deciso di completare ciò che avevamo lasciato a metà…”.
Zaino in spalla, pronti a rimettersi in marcia, i nostri primi “forestieri” dopo il coronavirus assicurano che torneranno a San Severino per godersi appieno la festa del patrono, col suo tradizionale corteo storico e le altre iniziative cittadine che quest’anno sono “saltati” per la pandemia.