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L'abbraccio con Papa Francesco
L'abbraccio con Papa Francesco

Il Papa (5). Gli scout: emozioni e parole rimangono “scolpite”

Anche gli scout erano partecipi della visita di Papa Francesco a Camerino. Difatti, la Comunità capi, i Rover e le Scolte (ragazzi e ragazze tra i 16 e i 21 anni) dei gruppi di San Severino e Camerino hanno prestato servizio come volontari durante la giornata, dividendosi in gruppi e operando su più fronti. C’è chi si è occupato della distribuzione ai fedeli dei pass di accesso a Piazza Cavour; chi ha dato supporto al servizio d’ordine durante l’incontro del Santo Padre con la gente delle “casette”; e chi invece è stato al fianco dei sacerdoti al momento dell’Eucarestia durante la messa celebrata in piazza. Il loro “azzurro”, la loro cortese disponibilità e il loro sorriso si sono fatti sentire e vedere anche in questa importante occasione. E allora non potevano mancare considerazioni e riflessioni su un incontro “storico” pure per gli scout. “Papa Francesco ci saluta, ci stringe le mani e i polsi. Ci sorride – racconta Carlo Rotini della Comunità capi di San Severino -. Se ne va in un attimo e quegli istanti passati insieme non possono sembrarci che pochi. Eppure l’emozione resta e più ancora rimangono le parole che ci ha regalato durante l’omelia, perché le facessimo risuonare a lungo. Ricordo, speranza e vicinanza. Tre parole enormi, che rappresentano il rapporto di Dio con il suo popolo. Allo stesso tempo, però, devono essere l’essenza delle nostre comunità ferite, che hanno una storia da non dimenticare, che credono nel futuro e che devono ritrovarsi e stringersi in una solidarietà tra persone. ‹‹Ciascuno può fare un po’ di bene, senza aspettare che siano gli altri a cominciare. “Comincio io, comincio io, comincio io”: ognuno deve dire questo. Ciascuno può consolare qualcuno, senza aspettare che i suoi problemi siano risolti››. Grazie, Francesco!”.

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