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Home | L'intervento | Ospedale, Massei: “Non abbassare la guardia, fare più sinergia. Lungodegenza? Fumo negli occhi”
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L'avvocato Marco Massei
L'avvocato Marco Massei, vicepresidente del Comitato pro Ospedale

Ospedale, Massei: “Non abbassare la guardia, fare più sinergia. Lungodegenza? Fumo negli occhi”

Pubblicato da Mauro Grespini in L'intervento 1,302 Visite

Il Comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino non ci sta ai giochetti che vengono fatti per smantellare servizi al Bartolomeo Eustachio, che potrebbero portare anche a un declassamento della struttura stessa. Abbiamo incontrato l’avvocato Marco Massei, vicepresidente del comitato settempedano, per un’intervista.

Gli amministratori locali di Camerino, San Severino e Matelica devono fare squadra per difendere il nostro territorio; è finito il tempo dei campanili, del proprio orticello da coltivare. E’ d’accordo?

“L’ho detto mille volte, mi piacerebbe che i nostri amministratori locali facessero rete, specialmente adesso che ci sono nuove Amministrazioni a Camerino e Matelica. Mi auguro che insieme facciano sentire la loro voce, unitariamente per il territorio di Camerino, San Severino, Matelica. Questo perché in Regione sono furbi, smaliziati, loro utilizzano il vecchio detto “divide et impera”.

Cioè cosa fanno?

“Ti dividono. Ognuno, ritenendosi intelligente, va a trattare in proprio e a ciascuno viene promesso che verrà mantenuto tutto. Poi, quando si tratta di decidere, non vengono mantenute le promesse. Se andassero su insieme i tre sindaci dei Comuni del nostro territorio, che rappresentano in tutto circa 30 mila abitanti, diventerebbero una forza importante. Si potrebbe pretendere una migliore valorizzazione delle tre strutture ospedaliere messe in rete. Invece, alla fine, se ci si presenta divisi, si conta poco, anzi niente; già politicamente, come numeri, purtroppo nelle Marche, chi conta è Pesaro in primis, poi Ancona. Le province di Macerata e Ascoli sono ritenute minori”.

Il Comitato come agisce in tal senso?

“Come Comitato vogliamo sollecitare appunto chi ha la responsabilità sul territorio – quindi gli amministratori – a fare squadra con altri delle zone limitrofe, per tutelare la salute dei cittadini, bene primario. Noi per esempio ci siamo riuniti con Recanati, una realtà grande, con Tolentino, con Cingoli, anche ultimamente con Civitanova, e facciamo le riunioni congiunte a cui hanno partecipato il sindaco di Civitanova, sempre attivo, e il sindaco di Cingoli. A San Severino, in consiglio comunale, è stata votata all’unanimità, più di una volta, una mozione che imponeva di far valere, in tutte le sedi, le ragioni dell’ospedale. Ma io non ho sentito grandi battaglie, anche se è stato preso un impegno all’unanimità; quindi qui non si parla di politica, ma di una decisione trasversale, unanime”.

Secondo lei la recente inaugurazione della lungodegenza è da ritenersi un buon risultato per l’ospedale di San Severino?

“No, innanzi tutto perché non è un reparto, visto che la lungodegenza già faceva parte del reparto di Medicina. Fin dai tempi del dottor Marco Marchetti, andando indietro nel tempo, c’erano i posti degli acuti e c’erano i posti dei lungodegenti. Oggi i posti degli acuti vanno sempre a diminuire, non ci sono quasi più, sono rimasti solo una parte di quelli che erano nel reparto di Medicina, mentre sono rimasti i lungodegenti. Ci siamo inventati un reparto di lungodegenza che è meno della metà di quello che c’era sempre stato. Il giochino (vergognoso perché offende la nostra intelligenza) è questo: si prende un reparto funzionante di Medicina generale (quello sì che si può chiamare un reparto) dove ci sono, poniamo, 40 posti letto, 20 per acuti e 20 per lungodegenti; si sopprimono i posti degli acuti e si lasciano solo i 20 di lungodegenza per il quale ci si inventa un “reparto”. Questo lo facciamo passare come un aumento? Una crescita? Secondo me no”.

Altre criticità del nostro ospedale?

“Ci sono molti medici che non vengono sostituiti quando vanno in pensione. L’esempio è quello di Radiologia, dove è andato via il dottor Pietro Cruciani e subito è apparso l’articolo che era stato nominato come sostituto il dottor Maurizio Lucarelli. Per carità, siamo contenti per lui che è di San Severino, ma nessuno ha detto che il posto del dottor Lucarelli non è stato coperto. Nessuno ha detto che in caso di assenza per malattia di un radiologo, scenderà ulteriormente il numero degli addetti. Un altro problema importante sarà quello di coprire le urgenze durante il periodo estivo, sostituendo i medici che andranno in ferie (perché anche loro, come tutti gli altri soggetti, hanno diritto alle ferie). Un’altra questione è quella dei medici che vengono promossi ad altri incarichi. Avevamo un reparto con un bravo medico, il dottor Francesco Alesiani, che dal 1° giugno è stato nominato responsabile dell’Unità operativa semplice dipartimentale di Ematologia, che va quindi verso altre realtà e così viene tolto un altro pezzo all’ospedale di San Severino. Si perdono pezzi, non si rinnova il turnover, le persone vanno in pensione e non vengono rimpiazzate. Purtroppo la tecnica che si usa è duplice: da un lato si impoverisce la struttura, dall’altro non si rimpiazza il personale. Si agisce su queste due leve (struttura e personale), per impoverire sempre di più il nostro ospedale che da ospedale di rete temiamo possa scivolare verso una categoria inferiore, diventando un ospedale di comunità, cioè avvicinarsi alla Residenza sanitaria assistenziale, che è una sorta di casa di riposo (abbiamo gli esempi di Treia e Recanati). Bisogna stare allerta e cercare di far valere le proprie ragioni a difesa del territorio e della zona montana”.

Fiorino Luciani

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Comitato difesa ospedale Ospedale Bartolomeo Eustachio sanità 2019-06-14
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TAG: Comitato difesa ospedale Ospedale Bartolomeo Eustachio sanità

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