Ingresso libero per tutti al museo archeologico “Giuseppe Moretti” di Castello al monte nel prossimo fine settimana: sabato 1 e domenica 2 dicembre. E’ l’iniziativa del Comune dopo la cerimonia di riconsegna alla comunità settempedana, nonché a turisti e a visitatori, di questo importante “tesoro” delle Marche, dove in particolare una serie di reperti testimonia il glorioso passato dell’antica città di Septempeda. E’ fruibile anche lo splendido chiostro del Duomo antico.
Il museo archeologico, intitolato al noto archeologo settempedano Giuseppe Moretti, e allestito nella sede dell’antico episcopio, presenta un singolare percorso espositivo che va dall’età preistorica e arriva all’età medievale. Di grandissimo interesse i manufatti datati tra il Paleolitico e l’età del Bronzo insieme alla collezione Pascucci, medico settempedano che sul finire dell’800 si è dedicato alla raccolta delle testimonianze restituite dalla città e dal comprensorio. Degna di rilievo, inoltre, la parte espositiva relativa alla necropoli picena di Monte Penna e dalle tombe di Frustellano e di Ponte di Pitino, quest’ultime scavate dall’archeologa Anna Maria Moretti Sgubini, nipote del fondatore della raccolta settempedana.
Splendidi i corredi e i materiali rinvenuti nelle tombe a fossa dell’età orientalizzante restituiti dalle necropoli e che costituiscono un esempio emblematico dell’adozione da parte delle comunità Picene della cultura di tipo principesco affermatasi nell’Italia tirrenica un secolo prima e che aveva determinato, anche in area Picena, l’enorme afflusso di ricchezze e beni di lusso importati dall’Oriente e dall’Etruria.
Per quanto riguarda la sezione del museo dedicata proprio all’età romana si segnalano, accanto a un frammento di fasti consolari e a un ritratto virile di età giulio-claudia, i materiali provenienti dalle necropoli tra cui un’interessante base marmorea con scena di apoteosi, corona di alloro e iscrizione dedicatoria a Flavio Valerio Costanzo da parte del Senato municipale di Septempeda e un frammento di urna cineraria cilindrica in marmo decorata a rilievo da una figura di Erote stante con fiaccola rovesciata nella mano destra e corona di alloro nella sinistra.
Ben tre vetrine sono poi dedicate ai materiali (frammenti di decorazione architettonica policroma e vasetti miniaturistici) restituiti dall’area del santuario dedicato a Feronia.
Nel piano interrato sono state riaperte anche le sale della sezione geologico -paleontologica e quelle del progetto “La storia toccata con mano”.
La prima sezione, allestita con i fossili raccolti da Elio Antonini in anni di ricerche su siti del territorio comunale e regionale, illustra le tappe fondamentali nell’evoluzione geologica delle Marche, da 200 milioni di anni fa sino ai giorni nostri. Il territorio di San Severino, costellato di affioramenti rocciosi diversissimi tra loro e risalenti a un periodo geologico tra il Giurassico e il Quaternario, ha permesso la realizzazione del progetto “Viaggiare nel tempo”.
Grazie a questa speciale sezione il museo “Giuseppe Moretti” è un esempio unico nelle Marche dove viene proposto un percorso che va dalla storia geologica e naturale alla storia dell’uomo e, infine, alla storia delle civiltà.
Sempre nel seminterrato trovano ospitalità anche gli spazi del laboratorio e del progetto didattico seguito da Matteo Diamantini che, attrezzato per la scuola primaria e secondaria, permette a studenti e visitatori di vivere l’esperienza della “Storia toccata con mano”.
(https://www.facebook.com/LaStoriaToccataConMano).