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I rappresentanti del Comitato: da sinistra Chirielli, Bassano e Massei
I rappresentanti del Comitato: da sinistra Chirielli, Bassano e Massei

Il Comitato: “Oculistica si ferma per mancanza di budget”

L’estate delle temperature record non stempera la vis pugnandi del Comitato in difesa dell’ospedale Bartolomeo Eustachio di San Severino che attua una levata gli scudi a difesa del reparto di Oculistica, autentico fiore all’occhiello del nosocomio settempedano, il quale rischia l’impasse nonostante le richieste di interventi, alcuni dei quali “urgenti, complessi e non differibili”, che giungono copiose, circa un migliaio, “sia dalle Marche, che per un buon 25% da fuori regione”. I vertici del Comitato pro ospedale, rappresentati dal vice presidente, l’avvocato Marco Massei, dal segretario Mario Chirielli e dal membro del Direttivo Carlo Bassano, non intendono far passare inosservato il momento di stallo che si registra per Oculistica. “Ci sono giunte proteste da parte di pazienti marchigiani, ma anche di fuori regione – spiega l’avvocato Marco Massei – che si sono visti rifiutare interventi, anche urgenti, senza i quali si rischiano danni permanenti, sembrerebbe per mancanza di budget da parte del reparto dell’Eustachio da sempre fiore all’occhiello dell’intera regione. Tanto che – precisa Massei -, secondo i dati in nostro possesso, proprio all’Oculistica di San Severino si è registrato di recente un numero di interventi addirittura superiore, seppur di poco, rispetto a quelli effettuati in tutto il resto della nostra regione”. L’ex presidente del Consiglio comunale di San Severino, Mario Chirielli, rincara la dose: “Se a ciò aggiungiamo che, riguardo alla week surgery, in settembre si annuncia il pensionamento di un pilastro come il dottor Nazzareno Oddi e a tutt’oggi non sappiamo chi lo rileverà, il quadro per l’Eustachio diventa desolante. Non ci si accusi di fare del terrorismo psicologico, noi del Comitato abbiamo a cuore la salute dei cittadini che dovrebbe essere più importante dei budget”. Mentre Bassano puntualizza che “non stiamo chiedendo soldi per un nuovo ospedale, ma che siano garantiti i servizi già esistenti, soprattutto quando un reparto va a gonfie vele”, è stato chiamato in causa telefonicamente anche il sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, riguardo a un’esternazione del senatore Morgoni a proposito degli ospedali di San Severino e appunto Cingoli, definiti “finti ospedali”, esclusi dall’intervento finanziario programmato dall’ente regionale nonostante i costi assai più bassi dei due rispetto a tante altre strutture sanitarie. “Tali affermazioni, specialmente se dette da una carica dello Stato, sono inconcepibili. Dopo il Punto di Primo Intervento trasformato in Punto di assistenza territoriale solo a Cingoli, e con evidente violazione della sospensione dei provvedimenti attuati nei Comuni del cratere sismico – spiega Saltamartini – il nostro ospedale è stato escluso dall’investimento regionale. E anche San Severino è fuori per quanto riguardo il reparto di oculistica, il migliore delle Marche. Questi comportamenti non possono essere taciuti. Per cui convocherò il Consiglio comunale e il direttore generale dell’Asur Marche, Alessandro Marini, al più presto per avere risposte adeguate. Se non ci saranno, organizzeremo una mobilitazione regionale. Anziché smantellare i piccoli ospedali che assicurano una sanità “elementare” (post acuzie, lungodegenza e cure intermedie) come quello di Cingoli, sarà meglio preoccuparsi dell’emigrazione dei nostri malati verso il Veneto e la Lombardia, un flusso che sottrae risorse non secondarie alla nostra sanità. Nell’ultimo report redatto dalla Regione – conclude Saltamartini – Cingoli e San Severino sia in termini di degenza che di costi pro-capite hanno registrato costi nettamente inferiori rispetto a quelli di Jesi e Fabriano”.

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