“La Regione aiuta Caltagirone”. E’ questo il titolo di una nota che il Comitato Salva Salute di Castelraimondo ha divulgato oggi per fare il punto della situazione sulla vicenda dell’ex cementificio Sacci di Selvalagli. Ecco, di seguito, il testo completo del comunicato stampa.
Come noto, da settembre 2014 è aperta la procedura di riesame dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) con la quale la Regione Marche ha autorizzato la Sacci ad ampliare la cementeria di Castelraimondo e a bruciare negli impianti il Css (immondizia indifferenziata) nella misura di circa 100.000 tonnellate l’anno. Il riesame si era reso necessario, sia per il parziale annullamento dell’Aia sentenziato dal Tar Marche, sia per il rispetto del termine di quattro anni dalla pubblicazione delle “migliori tecnologie disponibili” (Bat) del settore cemento. A seguito della Conferenza di servizi tenutasi il 26 gennaio scorso, la Regione imponeva alla Cementir di Caltagirone di integrare entro il 28 febbraio la domanda di riesame con il cronoprogramma per mettere a norma gli impianti entro il termine, perentorio, del 10 aprile fissato dall’Europa (ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 29 octies, Decreto legislativo 152/2006).
Ad oggi la Cementir risulta inadempiente. La norma prevede che, laddove il richiedente l’autorizzazione non si conformi alle richieste formulate dall’autorità competente, l’autorizzazione oggetto di riesame decade. La Regione avrebbe dovuto, pertanto, inviare alla Cementir una comunicazione di avvenuta cessazione dell’autorizzazione in questione. Dobbiamo, tuttavia, segnalare quanto la Regione Marche risulti timida nei confronti della Cementir, non avendo finora provveduto ad eseguire tale adempimento, che la legge considera ineludibile. Il Comitato Salva Salute di Castelraimondo è costretto ancora una volta a segnalare l’imbarazzante condotta degli enti, Regione Marche in testa, che dovrebbero costituire una difesa per la salute e l’incolumità dei cittadini ma che, di fronte a soggetti come Caltagirone, non hanno il coraggio nemmeno di compiere gli atti che la legge impone loro”.