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La gioia dei tifosi dopo lo scudetto
La gioia dei tifosi dopo lo scudetto

Lube al quarto scudetto: le emozioni dei nostri tifosi

E’ passata una settimana dal giorno (domenica 7 maggio) in cui la Lube ha vinto il quarto scudetto della sua storia. Ma l’entusiasmo dei tifosi è ancora alle stelle perché i biancorossi di Blengini sono stati protagonisti di una grande stagione. Tanti i settempedani, appassionati di pallavolo, che hanno seguito le vicende della squadra durante l’intera annata, viaggiando in trasferta e presenziando sempre all’Eurosuole Forum. Uno di loro è Giorgio Cipolletta, al quale abbiamo chiesto un suo contributo per raccontarci un po’ cosa si prova a vincere uno scudetto a due passi da casa! Ecco la sua nota.

Essere tifoso di uno sport è un sentimento dolce-amaro, devi essere bravo a saper accettare qualsiasi tipo di sconfitta ed essere pronto ad assaporare la vittoria più bella. La sconfitta fa esplodere in te migliaia di emozioni contrastanti, lasciando prendere il pieno potere alla delusione, eppure quella della sconfitta è e rimane una storia triste perché viene accantonata, se non dimenticata alla prima vittoria. Lei sì che la ricordi, riesce a darti quel brivido e quell’energia positiva di cui hai veramente bisogno. La mia personale vittoria si chiama Scudetto, e a distanza di giorni le bandiere tricolori mi affannano i ricordi… Ricordo solo che in un attimo tutto era Verde, bianco e rosso e raramente ti senti così veramente patriottico. La Lube, la squadra per cui ho cantato, sofferto e gioito è campione d’Italia, ci siamo seduti sul trono della pallavolo italiana, un trono che a quanto pare dovrebbe essere molto ampio visto che dobbiamo entrarci tutti: squadra e tifosi, perché è vero questa volta siamo stati un binomio vincente, tutti insieme. Si dice che l’ultimo scudetto è quello più bello, onestamente non saprei rispondere. Ero sia a Milano, sia in quel di Perugia e furono meravigliose anche quelle di vittorie, ma questa ha un sapore casalingo speciale. Quest’anno siamo già alla seconda grande soddisfazione stagionale, a Bologna, l’antipasto era la Coppa Italia e dagli spalti respirammo ossigeno puro e alla fine dimentichi ogni sofferenza, risvegliandosi in te un piacevole ricordo già vissuto più volte, ma che stava pian piano sbiadendo. Andiamo per ordine: domenica 7 maggio, l’inno di Mameli apre le danze e ti chiede subito se sei pronto alla morte, domanda alla quale rispondi ovviamente di Sì! Poi non ti resta che vivere la partita. Qui gli imperativi sono sostanzialmente pochi: esultare e soffrire, urlare e strozzare in gola i bocconi più amari. Poi l’ultimo punto, la palla cade a terra e dall’interno del corpo esce un grido che insieme agli altri crea un’acustica da pelle d’oca e per qualche istante perdi completamente il controllo su di te; le braccia alzano al cielo uno Scudetto e una Coppa Italia di cartone e una bandiera, mentre nello stesso secondo abbracci le compagne di una stagione, le persone con le quali stai condividendo il sogno. Inizi a cantare ‘Campioni d’Italia’ continuamente e poco importa se non hai più la voce, le corde vocali trovano ossigeno. E’ il momento della premiazione e tu sei lì, figuratamente sopra quel podio, un’ondata di voci accompagnano i giocatori ad alzare quella coppa che tanto sudore e lavoro è costata. Di conseguenza il binomio si ripete, squadra e tifosi insieme, i coriandoli baciano la coppa e le bandiere tricolori accompagnano il tutto, intorno a te vedi solo sorrisi stampati sulle stesse persone che hai visto deluse o piangenti. Non ti resta che assaporare tutto e convertire le emozioni in pura energia e adrenalina per affrontare la vita di tutti i giorni. E’ difficile mettere insieme il puzzle dei ricordi, restano le foto e i video di una stagione vissuta pienamente, almeno per quest’anno in testa suona un motivetto: I CAMPIONI DELL’ITALIA SIAMO NOI!. E’ tutto vero, siamo Campioni d’Italia.

Giorgio Cipolletta

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