Dal Comitato SalvaSalute, impegnato contro la riattivazione del cementificio come impianto di incenerimento di rifiuti, riceviamo e pubblichiamo la seguente nota.
“Le richieste fatte dalla Regione Marche sono state completamente disattese dalla CementirSacci di Caltagirone. Infatti, con una nota, l’azienda si è rifiutata di presentare il piano industriale con il quale formalizzare l’impegno per “l’implementazione delle tecniche e tecnologie conformi alle BAT Conclusions con cronoprogramma puntuale di attuazione” nello stabilimento di Castelraimondo. In sostanza CementirSacci avrebbe dovuto rendere noto alla Regione, e agli altri enti che partecipano al procedimento di riesame dell’autorizzazione integrata ambientale, come e quando adeguerà la cementeria alle regole dettate dall’Unione europea in materia
ambientale. Ricordiamo che già nel 2013, come attestato dal Tar nel provvedimento di parziale annullamento dell’autorizzazione, l’impianto
risultava rispettare solo poco più della metà delle prescrizioni all’epoca esistenti per la riduzione dell’inquinamento. La Regione in passato ha sempre tollerato che lo stabilimento di Castelraimondo funzionasse in maniera “non del tutto a norma”, come ha scritto il Tar. Questa volta invece, in sede di Conferenza di servizi del 26 gennaio 2017, il responsabile del procedimento, l’architetto Giuseppe Mariani, ha affermato che “non è possibile autorizzare l’installazione senza garanzie temporali certe di attuazione degli adeguamenti alle Bat”. Oggi l’azienda non solo si rifiuta di conformare gli impianti alle prescrizioni che già non rispettava nel 2013, ma anche alle nuove disposizioni nel mentre emanate dall’Unione europea, e che dovrebbe implementare tassativamente entro il 10 aprile 2017. Ciò vuol dire che CementirSacci non vuole riavviare la produzione nello stabilimento
di Castelraimondo, con buona pace dell’ambiente e dei lavoratori, ancora
in attesa di una soluzione dignitosa della loro vicenda”.