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Alma e Lidia Bosoni con la giovane volontaria Cristina Carbini
Alma e Lidia Bosoni con la giovane volontaria Cristina Carbini

Una gioia al palasport per i 90 anni di Alma Bosoni

Se non ci fosse qualche bagliore, le giornate al palasport Albino Ciarapica, dove hanno trovato protezione circa centocinquanta cittadini, trascorrerebbero grigie, nonostante il prodigarsi dei volontari della Croce rossa italiana, autentica fucina di idee. Il bagliore l’ha offerto Alma Bosoni. L’arzilla signora ha spento la 90^ candelina fra gli applausi di concittadini, volontari della Protezione civile e della Cri, che hanno colto l’occasione per non pensare, almeno per qualche istante, all’ennesima scossa. “È stato bello – dice Alma – perché sono tanti i giovani che ci coccolano per non farci preoccupare e per scacciare la paura del terremoto. Casa mia, in via Raffaello Sanzio, non aveva subìto danni eccessivi, ma era circondata da altri edifici a rischio, così non sono potuta più rientrare ed eccomi qua. Certo, dopo i tanti giorni trascorsi al palazzetto un po’ di stanchezza affiora, ma le ragazze della Croce rossa sono così vivaci che alla fine spunta sempre il sorriso”. Per Alma è fondamentale l’arma della pazienza, confortata nella sua permanenza all’Albino Ciarapica da sua sorella Elvira Lidia. Io ho 84 anni, sono del 1932, e come mia sorella ho casa inagibile. Eccoci qua. Armate di pazienza e di fede. Vorrei ricordare che nostro fratello era don Ugo Bosoni. Lui, scomparso tre anni fa come il marito di Alma, ha trascorso ben 40 anni in Africa dove era missionario e l’emergenza l’ha vissuta di continuo. L’accompagnai in un suo viaggio e mi sono resa conto delle estreme difficoltà di quella povera gente. Noi possiamo ancora considerarci fortunati. Almeno finora…”. Dal saluto con il sorriso delle sorelle Bosoni, sedute sulla brandina del parquet del palasport Ciarapica, all’attigua sala attrezzi ginnici trasformata in sala ricreativa per bambini. “Ne abbiano diversi – spiega Cristina Carbini, animatrice ed instancabile volontaria della Cri – ed è ovvio che se non li tieni impegnati, si annoiano. Nella stessa sala inventariamo i doni arrivati dai negozianti di San Severino e dei tanti benefattori di fuori”.

Luca Muscolini

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