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Il cardinale Menichelli con il sindaco Martini e altre autorità, in Vaticano, subito dopo la nomina di Papa Francesco
Il cardinale Menichelli con il sindaco Martini e altre autorità, in Vaticano, subito dopo la nomina di Papa Francesco

Menichelli primo cardinale della storia di San Severino

L’arcivescovo di Ancona-Osimo, mons. Edoardo Menichelli, è stato ordinato cardinale da Papa Francesco a San Pietro, assieme ad altri 19 porporati. E’ il primo cardinale nella storia della città di San Severino Marche.

“Quella cardinalizia è certamente una dignità, ma non è onorifica”, ha detto papa Francesco: “Cardine non è qualcosa di accessorio”, ma è “perno, punto di appoggio e di movimento essenziale per la vita della comunità”. A festeggiare Menichelli un migliaio di fedeli giunti dalla Diocesi dorica, dall’Abruzzo (dove era stato vescovo a Chieti-Vasto) e anche da San Severino. Da ieri – sabato 14 febbraio – il neo cardinale ha anche il titolo dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a Tor Fiorenza, nella Diocesi di Roma, e diventa presidente della Conferenza episcopale marchigiana.

Edoardo Menichelli in un’intervista all’agenzia Sir si racconta come pastore per i poveri che da ragazzo, rimasto orfano, ha fatto anche il pastore delle pecore a quattro zampe. Sarà elettore in un eventuale conclave. Vescovo di Ancona dal 2004, è nato a Serripola il 14 ottobre del 1939; è prete dal ’65 e, dopo l’incarico di viceparroco a San Giuseppe, è approdato in Vaticano nel ’68, prima come officiale presso la Segnatura apostolica, poi come addetto di segreteria alla Congregazione per le chiese orientali in qualità di segretario dell’allora prefetto, il cardinale Achille Silvestrini. In quegli stessi anni è stato cooperante in una parrocchia romana e collaboratore del consultorio familiare della facoltà di Medicina al Gemelli.

“Non sarò un principe della Chiesa – ha detto Menichelli ai fedeli giunti a Roma per salutarlo – e per carità non chiamatemi eminenza. ‘Il vero onore sta nel servizio e la grandezza nella semplicità. Il cardinalato non è un sacramento ma un servizio, e ho bisogno del vostro aiuto e della vostra amicizia per svolgerlo nel modo migliore. Il rosso della porpora sta ad indicare il martirio e il dono della propria vita al servizio del Papa e della Chiesa, che io non sento come un peso ma come una grazia”.

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