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Fabrizio Castori
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Fabrizio Castori e il suo Carpi strizzano l’occhio alla A

Fabrizio Castori e il suo Carpi sono in testa alla classifica del campionato di serie B. Senza dubbio un grande avvio di stagione per il “nostro” tecnico! Proponiamo di seguito una bella intervista pubblicata dal Corriere dello sport-Stadio.

Da fondatore della squadra di Terza categoria nella Comunità di San Patrignano, allenata per tre anni mentre era alla guida del Cesena, all’obiettivo possibile di una clamorosa Serie A. Fabrizio Castori fa sul serio, senza smarrire umiltà e concretezza. Abbandonato il copione dell’allenatore solidale, si tiene stretti i numeri da grande che ostenta la sua formidabile compagine. Il suo Carpi fa miracoli a dispetto di ogni previsione, l’ultimo ha dell’incredibile. Recuperare in 9 uomini la gara di Brescia, dopo tre tentativi di affondamento dal dischetto di Andrea Caracciolo andati a bersaglio, ma non sufficienti a piegare questa banda di ragazzini impenitenti che si attaccano all’avversario e non lo mollano più sino a sfinirlo. La storia s’è ripetuta a Brescia. In un finale palpitante, il tecnico marchigiano è riuscito prima ad accorciare le distanze e poi, in pieno recupero, a riacciuffare le Rondinelle, incredule dinanzi alla reazione a catena degli emiliani. Insomma, Castori non si batte. Anche perché in questa fase della sua carriera ha saputo affiancare, a una passione vulcanica, una solida dose di razionalità. Una sintesi virtuosa che sta facendo la differenza. In campo e fuori.

Mister Castori, ormai, è evidente che il suo Carpi non si accontenta più.
«Stiamo dimostrando di meritare il primato e ci vogliamo restare il più a lungo possibile lassù, magari sino alla fine. Perché no? Non sarà facile né scontato, ma ci proviamo».
L’ultima impresa è ciclopica: agguantare un pari a Brescia in 9 uomini dopo aver incassato tre rigori da Caracciolo. Ci spiega come si fa?
«Abbiamo saputo reagire secondo me a decisioni ingiuste. Dimostrando carattere e orgoglio e la volontà di fare risultato. Anche dopo il terzo rigore subìto e in doppia inferiorità numerica ho chiesto ai ragazzi di dare tutto perché avvertivo la sensazione che non potevamo perdere così».
Un messaggio all’arbitro Merchiori per il trattamento riservato alla sua squadra al Rigamonti?
«Assolutamente no. Non ho voluto commentare a fine partita l’arbitraggio né lo faccio ora. Ci sono le immagini della gara e ognuno può valutare da sé come sono andati i fatti».
Ma secondo lei esiste una questione arbitrale anche in B?
«Dentro di me voglio credere che sia stata solo una giornata storta. Come capita a calciatori e allenatori».
Errori di gioventù o in malafede?
«Rimando ogni valutazione alle immagini. Punto».
In ogni caso la sua squadra sembra più forte di ogni avversità. Il segreto?
«Diciamo che questo gruppo ha un grande cuore che mette in campo in settimana e nelle gare ufficiali. Corriamo tantissimo. Poi anche il lavoro che abbiamo fatto sotto il profilo dell’organizzazione, dunque tattico e tecnico, ci sta premiando».
Il campionato si avvia all’ultimo mese prima della sosta. L’obiettivo è arrivare a Natale al comando?
«L’obiettivo è fare più punti possibili, a perdere non ci stiamo mai. Siamo al comando meritatamente e faremo di tutto per rimanerci. La gara con il Brescia ha fatto scattare un’ulteriore molla motivazionale dentro di noi e ci ha aiutato a consolidare il concetto relativo alle nostre possibilità».
Avverte il fascino delle sirene della Serie A?
«Aspettiamo la fine e vediamo se avremo meritato di tagliare questo grande traguardo. Dopo tanti anni che alleno sarebbe straordinario. Ma nel calcio non bisogna mai dare niente per scontato. Pensiamo a conservare l’umiltà di oggi, vincere non è facile per nessuno».
Un maestro a cui si è ispirato in questi anni?
«Il mio ideale di calcio è una via di mezzo tra Sacchi e Zeman. Ma detta così è troppo facile. Diciamo che preferisco si parli di un piccolo modello Castori. Ovunque ho allenato ci ho sempre messo del mio. Partendo da un punto di vista umano prima ancora che tecnico».
E’ vero che oltre ad essere un inguaribile juventino è anche un estimatore speciale di Antonio Conte?
«Sono juventino e basta. Conte è un grande allenatore che stimo tantissimo, ma non mi sembra un’esclusiva».
La Juve di Allegri è la grande favorita per lo scudetto o si potrebbero aprire spazi utili per altre antagoniste?
«Juve e Roma sono un passo avanti. Prevedo una lotta a due per il titolo di Campioni d’Italia».
Il ritorno di Mancini, marchigiano come lei, alla guida dell’Inter come lo valuta?
«Sono molto contento per Roberto. Mi dispiace per Mazzarri (con il quale c’è un legame familiare: la figlia della sorella di Castori che vive a Livorno è fidanzata con il nipote di Walter, ndr), abbiamo fatto i corsi a Coverciano insieme e lo reputo un grande allenatore. Purtroppo all’Inter non ha avuto fortuna».
Il Carpi, invece, nella corsa alla Serie A da chi dovrà guardarsi?
«Sono tante le pretendenti, ma se noi conserveremo lo stesso spirito e la stessa convinzione, non dovremo avere paura di nessuno perché abbiamo già dimostrato di poter giocare alla pari con tutti. Vincere poi è una cosa sempre molto complicata».
Cosa considererebbe comunque un successo?
«Per i bilanci non è ancora tempo. Concentriamoci sulla prossima avversaria che non è da sottovalutare. Aspettiamo il Frosinone, la prima delle inseguitrici e compagine di spessore».
Se le togliessero Mbakogu a gennaio come reagirebbe?
«Non avverrà. Jerry resta con noi ha firmato un contratto per 5 anni e non si muoverà da Carpi. Questa squadra, piuttosto, proveremo a rinforzarla non tanto con il mercato, quanto con il lavoro. Abbiamo tanti giovani che stanno crescendo e potranno ancora fare di più la differenza».
Nel suo Carpi ci sono giovani di qualità come Inglese, Gagliolo, Lollo, Romagnoli… Porcari è l’unico che ha 30 anni ed è il capitano. Ma il leader vero chi è, Castori?
«Il collettivo. Ho un gruppo fantastico e sono certo che arriveremo lontano. Ma non chiedetemi dove».

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