L’ecatombe dei migranti sulle coste di Lampedusa ha riportato drammaticamente alla luce il problema dell’immigrazione. Nelle Marche, al 31 dicembre 2012, secondo i dati Istat, erano 139 mila i cittadini stranieri residenti, pari al 9% del totale degli abitanti: una percentuale superiore alla media italiana che si attesta sul 7,8%. Nel 2012 sono nati 2.444 bambini da genitori stranieri, pari al 18,5% del totale dei bambini nati nelle Marche: questo significa un bambino ogni 5 nati. I principali paesi d’origine sono Romania, Albania, Marocco, Macedonia, Cina, Ucraina, Polonia, Tunisia, Moldova, Pakistan (dati 2010). Inoltre, secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, nell’anno scolastico 2011-2012, nelle Marche c’erano oltre 26 mila alunni con cittadinanza non italiana frequentanti le varie scuole, cioè l’11,8% del totale degli alunni (contro una media italiana pari all’8,4%). Addirittura risultavano 29 scuole a maggioranza straniera, in particolare 11 nella provincia di Macerata (3,5%). A San Severino, su un totale di 13 mila abitanti, gli stranieri erano – fino a qualche mese fa – 1.185, per la maggior parte provenienti da Romania, Albania, India e Marocco. Stando poi a un’’indagine della Filctem Cgil, nelle Marche, come ha sottolineato Domenico Ticà (settempedano), segretario regionale di questa sigla sindacale, “il 14,68% degli iscritti alla Filctem è straniero, più 4% della media nazionale; i due terzi sono occupati, mentre un terzo risulta espulso dal lavoro. Nonostante il calo di occupati, il calzaturiero assorbe il 18,85% di stranieri; gomma e plastica oltre il 30%”. Ticà evidenzia, sulla base di una ricerca Filtem, come gli immigrati “risultino sempre più occupati in lavori dequalificati e rischiosi” e che “le condizioni lavorative risultano peggiorate per l’85% degli stranieri”. L’indagine, inoltre, rileva un +12,1% di lavoro irregolare. Un altro dato importante, infine, è costituito dal fatto che “circa il 12% del Pil marchigiano – conclude Ticà – deriva dal lavoro degli stranieri”.