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Il punto nascita dell'ospedale di San Severino
Il punto nascita dell'ospedale di San Severino (foto d'archivio, 2015)

Punto nascita, Tar respinge il ricorso: Comitato e Comune vanno al Consiglio di Stato

Il Tar ha respinto i ricorsi presentati dal Comitato per la difesa e la tutela dell’ospedale Bartolomeo Eustachio e dal Comune di San Severino contro la chiusura del punto nascita, risalente ormai al 31 gennaio 2016 (determina dell’Asur del 24 dicembre 2015).

Il ricorso, come noto, illustrava i problemi causati dalla soppressione del reparto, che ha arrecato un forte disagio alle popolazioni dei territori montani, ma il Tar non ha riscontrato nessun atto illecito da parte di Asur e Regione. Ora, però, ci si potrà rivolgere al Consiglio di Stato per impugnare la sentenza. “Noi sicuramente lo faremo”, dice l’avvocato Marco Massei, presidente del Comitato in difesa dell’ospedale, “perché crediamo che non siano stati analizzati in maniera puntuale i rilievi alla base del nostro ricorso. Il giudice è lo stesso che ha respinto il ‘caso’ di Fabriano e, facendo un parallelismo, ha addotto le stesse motivazioni, quando invece la situazione del punto-nascita di San Severino era ben diversa, a cominciare dal numero dei parti e dal problema viabilità di questa parte dell’entroterra. Inoltre, ed è questo l’aspetto ancor più grave, la sentenza si basa su dati forniti dall’Asur addirittura nel 2021, cioè cinque anni dopo la presentazione della nostra istanza al Tar. Non si può valutare un ricorso a posteriori! Siamo molto amareggiati, ma non ci arrendiamo”.

Da parte sua, anche il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, dice che l’impegno dell’Amministrazione comunale contro la chiusura del punto nascite non termina qui.

“La chiusura del punto nascita fu e resta una grave ingiustizia verso il diritto alla salute dei cittadini settempedani – si legge in una nota -. Il nostro ospedale è stato per anni e anni un’eccellenza anche per quanto riguarda le questioni materno infantili. Nonostante che, al momento della decisione assunta dalla Regione, da noi si registrassero oltre 500 parti annui, abbiamo dovuto assistere, impotenti, a un taglio netto frutto di una riorganizzazione assurda dettata da una volontà politica che, lo hanno dimostrato i fatti in questi anni, avrebbe inevitabilmente creato solo disagi a persone, come le partorienti e le famiglie, che andrebbero considerate anzitutto come pazienti e non come numeri».

Rosa Piermattei, dunque, si dice pronta a ricorrere al Consiglio di Stato sostenendo che «l’Amministrazione comunale farà valere i diritti dei settempedani in tutte le sedi e questo, lo posso assicurare, varrà sia per il punto nascita sia per tutti gli altri servizi attivi, o momentaneamente sospesi, presso il nostro ospedale. Più e più volte abbiamo dimostrato come serva una sanità di prossimità, soprattutto nelle nostre zone dell’entroterra. Su questa nostra convinzione non arretreremo di un passo».

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