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Francesco Cesari
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Lutto: ci lascia Francesco Cesari, un “Signor” uomo

Stamattina è venuto a mancare all’affetto dei suoi familiari il professor Francesco Cesari, persona cara, stimata e molto conosciuta a San Severino. Non si è mai arreso di fronte alla prova più ardua che la vita gli ha messo davanti, ma alla fine, dopo anni di battaglie vinte con forza e coraggio, il suo fisico ha ceduto all’imponderabile sorte. Lascia la moglie Lida, i figli Paolo e Luca, le nuore Annalisa e Cristina, i nipoti Nicolò, Sofia e Sara. I funerali verranno celebrati domenica 2 dicembre, nella chiesa di San Domenico, alle ore 15. Le offerte raccolte saranno devolute al reparto di Oncologia dell’ospedale di San Severino.

La notizia della scomparsa di Francesco ha destato subito profondo cordoglio in città, sia per il suo profilo pubblico – già docente nei licei artistici, amministratore comunale e presidente della Pro loco – sia per il suo spessore umano. Era un “Signore” autentico: si distingueva infatti per signorilità e stile, per raffinatezza ed educazione. Conversare con lui o fare qualcosa assieme era un piacere. Gli era sempre accanto la moglie Lida Petrocchi, che purtroppo viene da un altro terribile choc per l’improvvisa morte del fratello Cesare, scomparso appena qualche mese fa. Molto noto e stimato è inoltre il figlio Luca, direttore dell’Unità operativa di Oculistica degli ospedali di San Benedetto e Ascoli Piceno.

Fin qui il sentimento comune nei confronti di Francesco Cesari, che ci lascia a soli 76 anni.

Poi il mio ricordo personale, legato in particolare agli anni della giovinezza, mia e di Luca, cresciuti assieme ad altri amici con cui ancora condividiamo gioie e inganni della vita. Francesco era una “colonna”, ci potevi contare, ci faceva filar dritti. Sapere, d’un tratto, che non c’è più ti ricorda tristemente – e ancora una volta, semmai ce ne fosse stato il bisogno – che il tempo di quando eravamo ragazzi non torna più, si sgretola pian piano. Ci rimane la memoria, ci restano i bei ricordi, quelli sì… Quelli di Francesco sono belli, perché era bella la sua personalità. Lo abbiamo incontrato all’inizio di novembre in ospedale, pochi giorni prima di una nuova terapia; era un po’ giù, ma affaccendato, impegnato nei lavori di sistemazione della casa colpita dal terremoto e pronto ad affrontare di petto le sfide di tutti i giorni. Fino all’ultimo lo sguardo verso l’orizzonte. Bravo Francesco, un grande esempio!

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