San Severino si è fermata, ieri, per dare l’ultimo saluto terreno al giovane Andrea Falistocco, morto sabato pomeriggio in un incidente con la moto nella frazione di Taccoli, a poche centinaia di metri dal luogo in cui lavorava come cameriere – il bar pizzeria Oasi del gusto – e dove un po’ tutti lo avevamo incontrato almeno una volta o conosciuto meglio. Solare, disponibile, cordiale, Andrea era ormai una “colonna” del frequentato locale al BluGallery. “I bambini speravano sempre che ci fosse lui al banco dei gelati perché faceva i coni più grandi di tutti e con loro era tanto simpatico”, ci diceva un papà mentre aspettavamo, sotto il sole, che arrivasse il feretro dall’ospedale. Attorno a noi c’erano diverse centinaia di persone, sia fuori che all’esterno del tendone-chiesa di “Don Orione”, incapace di contenere tutti. “Conoscevo Andrea da tanti anni e non l’ho mai visto arrabbiato o imbronciato. Era sempre sorridente”, aggiungeva un amico con le lacrime agli occhi. Parole riprese poi nell’omelia da don Aldo Romagnoli, che ha concelebrato il rito funebre assieme al frate cappuccino padre Aurelio Pela.
Accanto alla mamma Graziella, al babbo Alvaro, al fratello maggiore Giordano e alla sua famiglia si è stretta l’intera comunità, con in testa il sindaco Rosa Piermattei, che aveva proclamato anche il lutto cittadino per questa ennesima tragedia della strada. C’erano pure altri amministratori, i volontari della Croce rossa e le forze dell’ordine, a cominciare dai rappresentanti del Corpo forestale che hanno voluto partecipare al dolore dei familiari e del loro ex collega Alvaro, da qualche tempo in pensione.
Tantissimi i giovani, ai quali il sindaco ha detto più volte “siate prudenti”, portando il suo saluto a fine celebrazione. Strazianti le testimonianze degli amici e dei colleghi: hanno ricordato Andrea come un ragazzo meraviglioso, che amava moltissimo viaggiare e aveva sempre un simpatico soprannome per tutti. Lui che, a lavoro, era stato ribattezzato “Cosmari” perché s’incaricava sempre di portar via i sacchi delle immondizie dal ristorante.
“Con l’amore e la preghiera ti accompagniamo in questo tuo viaggio – ha riflettuto don Aldo – che non finisce qui, ma prosegue nel mistero, in una nuova dimensione eterna dove tu ci aspetterai, perché il Dio che ci ha fatto nascere è un Dio della vita e non della morte”. E poi, rimarcando la grande passione di Andrea proprio per i viaggi e per quel senso di libertà cui s’ispirava anche il celebre “Into the wild” – il suo film preferito, come hanno riferito gli amici –, il sacerdote ha aggiunto, con la voce spezzata dall’emozione, “Vola in cielo come una farfalla colorata, vola Andrea…”.