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Marino Rocci
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Il ricordo di Marino Rocci, chef e uomo di sport

All’angolo delle nostre vie, la sera incontravo spesso Marino che a piedi tornava a casa. Il timbro di voce inconfondibile, la cordialità, la simpatia di un uomo che conoscevo da tempo, grazie alla passione per lo sport, resteranno sempre vive nella mia memoria. Lui, però, qualche giorno fa ci ha lasciati, improvvisamente, all’età di 77 anni. Al figlio Dario e alla moglie Norina, con la quale aveva festeggiato giusto due anni fa le Nozze d’oro, giungano le condoglianze del Settempedano.

Marino Rocci, dal ’66 al ’78, visse a Torino per lavorare in un ristorante pizzeria che poi gestì assieme alla sua Norina, accogliendo in quegli anni molti ragazzi di San Severino che cercavano lavoro al nord. Poi, il ritorno a casa e l’incarico di insegnate di Cucina alla Scuola Alberghiera dell’Hotel Marche di Tolentino: dal 1981 fino alla pensione, Marino rimase lì come docente e chef in quella struttura che non era solo scuola professionale, ma anche un albergo attivo nel settore della ristorazione e della ricettività. Nel 1995 egli ricevette anche dalla Federazione italiana cuochi l’insegna di appartenenza al Collegium Cocorum per aver onorato e dato prestigio alla tradizione della cucina italiana. Molti, infatti, ricordano la sua abilità nella preparazione di pranzi, cene e cerimonie, soprattutto gli amici. Marino aveva la passione di cucinare, anche per il piacere di stare poi in compagnia a tavola. L’importante, per lui, era mangiar bene e stare insieme col sorriso. Nei primi anni ’80 fece parte pure del Comitato del rione Mazzini, impegnandosi sempre negli stand gastronomici durante le tradizionali feste di quartiere. Quindi, ecco l’impegno nel Consiglio della società Amatori basket: siamo all’inizio degli anni ’90. La crescita del settore giovanile era una priorità e, al tempo stesso, un divertimento perché amava essere sempre circondato da ragazzi. Al suo fianco troviamo Giuseppe Papa con cui condivise in seguito l’esperienza di gestore-custode del palazzetto.
Marino riconosceva allo sport una grande importanza per la crescita degli adolescenti: ricordava tutti i nomi, sapeva sempre farsi voler bene sia dai ragazzi, che non lo hanno mai dimenticato, sia dalle loro famiglie, che si sentivano a loro agio in quell’ambiente.

Molto legato alla famiglia e ai suoi parenti, Marino se n’è andato in silenzio, in punta di piedi, come era solito fare quando era assieme alle persone. Ha sempre amato la compagnia, stare tra gli amici, e alla fine tutti i suoi compagni di una vita si sono stretti attorno a lui anche nel suo ultimo viaggio.

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