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Home | Elezioni Comunali | Commissione consiliare vigilerà contro inceneritore
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Il cementificio (foto d'archivio)
Il cementificio (foto d'archivio)

Commissione consiliare vigilerà contro inceneritore

Pubblicato da Mauro Grespini in Elezioni Comunali 2,019 Visite

Il Consiglio comunale istituirà una quarta Commissione consiliare, a carattere speciale (come permette il Regolamento), per seguire da vicino gli sviluppi della vicenda che riguarda il cementificio ex Sacci di Selvalagli. Soprattutto i timori che l’impianto possa essere trasformato in un inceneritore di rifiuti, a servizio dell’Italia centrale, non fanno dormire sonni tranquilli e impongono a tutti la massima allerta. L’idea della Commissione è venuta dalle opposizioni, ma è stata accolta all’unanimità dal Consiglio che ora (cioè nella prossima Assise) dovrà appositamente deliberarne la costituzione, i membri e le finalità.

Intanto, attraverso una mozione presentata dal consigliere del Movimento 5 Stelle, Mauro Bompadre, è stato detto un “No” chiaro e preciso – da parte di tutti – all’apertura di un inceneritore a pochi chilometri da San Severino.

Ecco cosa scrive lo stesso Bompadre: “In un clima di grande concordia e unità d’intenti da parte dell’intero Consiglio, ho presentato una mozione che chiama tutti i consiglieri e l’Amministrazione comunale a esprimersi con nettezza contro ogni ipotesi di apertura di un inceneritore nel sito dove attualmente è presente il vecchio stabilimento del cementificio. Nella mozione sono stati riportati numerosi dati che denotano quanto già l’attività del preesistente impianto fosse estremamente dannosa per la salute dei cittadini con livelli di emissioni inquinanti ben superiori alla norma. La mozione è stata approvata all’unanimità! Ringrazio per la sensibilità dimostrata da tutti i consiglieri e dall’Amministrazione che ha consentito di compiere questo primo, ma fondamentale, passo per avviare una battaglia epocale per la salvezza del nostro territorio e della nostra salute”.

I motivi di incertezza, e quindi di preoccupazione, sono tanti. Cerchiamo di fare una sintesi.

  1. Cosa farà la famiglia Caltagirone, nuova proprietaria dell’impianto? Lo chiude e manda tutti i lavoratori a casa, come sembra in questa fase, oppure lo riapre ammodernandolo con tutti i crismi della sicurezza? Oppure lo trasforma in inceneritore per rifiuti?
  2. Se decide di seguire la via dell’inceneritore, c’è il rischio che la proprietà ottenga le necessarie autorizzazioni a livello ministeriale, e non più a livello regionale, bypassando così Comuni, Provincia e Regione perché il famigerato Decreto “Sblocca Italia” ha trasferito l’incenerimento dei rifiuti sotto la diretta responsabilità dello Stato. Salterebbe così quel tavolo istituzionale al quale vuole sedersi stavolta pure San Severino Marche, in quanto paese limitrofo fortemente esposto alle polveri inquinanti (vedi altro articolo sulla sezione Attualità).
  3. La Regione Marche, in ogni caso, ha già scritto al Ministero che venga assoggettato a Vas (Valutazione ambientale strategica) il programma nazionale in materia di incenerimento. In una bozza di decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, infatti, è prevista la realizzazione nelle Marche di un impianto per una capacità di incenerimento di 190 mila tonnellate all’anno di rifiuti, nominati Css. Questa soluzione, però, contrasta con le scelte strategiche della Regione Marche e con il Piano regionale per la gestione dei rifiuti. Tant’è che nel documento inviato a Roma si sottolinea che le Marche hanno da smaltire ogni anno un massimo di 130 mila tonnellate di rifiuti (e non le 198 mila indicate poi dal Governo) e che, essendo fra le regioni più virtuose d’Italia in fatto di raccolta differenziata e riciclo, sono in grado di gestire in autonomia i propri rifiuti senza la necessità di ricorrere a un inceneritore.
  4. Se passa la linea del Governo, potrebbe arrivare, dopo il danno, anche la beffa! L’impianto di Selvalagli avrebbe la possibilità di diventare poi il terminale di tutti i rifiuti dell’Italia centrale: 523 mila tonnellate all’anno (198 mila delle Marche, più 130 mila dell’Umbria e 213 mila del Lazio). Sì, perché il business dei rifiuti non ha limiti. E fa gola! Alla faccia della salute dei cittadini… Che importa dove si fa, che importa se fa male, che importa se la gente di qui, ogni mattina, fa la sua bella raccolta differenziata… Basta che l’Italia “si sblocca”!!

 

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cementificio 2016-08-10
+Mauro Grespini
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