“Lo scorso 6 aprile a Roma i dati del progetto “Curiamo la corruzione” nella prima giornata nazionale contro la corruzione in sanità, organizzata da Transparency International Italia, Censis, ISPE-Sanità e Rissc, denunciavano cifre da capogiro: 6 miliardi di euro su una spesa complessiva di 110 miliardi. La nostra regione oggi si colloca nella “zona rossa” di una specifica tabella nazionale di aziende sanitarie che non adempiono agli obblighi anticorruzione della legge 190 del 2012. Il rapporto parla chiaro, due sono gli ambiti che si prestano maggiormente alla corruzione:
1- Appalti e acquisti 2-Assunzioni personale.
In attesa degli esiti dell’inchiesta della Procura di Ancona che coinvolge, in primis, gli ex vertici della sanità regionale Piero Ciccarelli ed Alberto Carelli, entrambi maceratesi, per i reati di associazione a delinquere, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e truffa ai danni dell’Asur, proviamo a fotografare la situazione nello specifico della nostra Area vasta 3.
Il piano assunzioni presentato alle organizzazioni sindacali prevedeva circa 389 figure, di cui 200 carenze croniche strutturali, l’Asur ha stabilito per la nostra area vasta solo 12 unità. Rischiano di saltare i piani ferie del personale, peraltro già gravato da un cospicuo monte ore in eccesso maturato negli anni, rendendo le condizioni del servizio ancora più gravi sia per gli addetti che per i cittadini. L’Area vasta 3 rischia di venire ulteriormente depredata, come già avvenuto nell’ultimo quinquennio, e impiegata come polmone per risanare il bilancio dell’Asur. Gli stessi dirigenti provenienti dal nostro territorio hanno contribuito a defraudare la nostra area vasta, all’epoca efficiente al pari delle altre provincie.
Per quanto riguarda appalti ed acquisti, è possibile elencare alcune, di una lunga serie, opere pubbliche incompiute e sprechi di denaro pubblico.
San Ginesio: una bruttura costruita adiacente all’ex ospedale, oggi sede di poliambulatori, ove già si notano le prime lesioni. Scaturita dalla determina n. 500 del 25 maggio 2009, che lascia locali vuoti e mai completati, in origine adibiti ad ulteriori 20 posti letto di Rsa, residenze sanitarie assistenziali. Nella parte restante della struttura registriamo locali senza porte antincendio e privi di rilevatori antifumo, dunque fuori legge. Notiamo la carenza del parco auto per i servizi territoriali. Inoltre, un numero consistente di carrozzine e ausili sanitari nuovi ma inutilizzati in stanze vuote.
Sarnano: lavori per Rsa, residenze sanitarie assistenziali, eseguiti e mai terminati. Il reparto ora è sigillato e non è stato mai più aperto. Erano previsti 20 posti letto. I locali della fisioterapia si trovano in semi-interrati fuori dai criteri di accreditamento, visibilmente
pericolosi per pazienti ed operatori. Ambulatori protesici chiusi come le radiologie.
Macerata: palazzina liberty ex Cras con lavori incompiuti e struttura inutilizzata. Scuola ex-infemieri locali disponibili ma non utilizzati. Macerata ospedale: lavori pronto soccorso a rilento e lavori al 6° piano praticamente terminati ma struttura inutilizzata.
Recanati: lavori di adeguamento ex ospedale S.Lucia per trasferimento poliambulatori all’interno della struttura e lavori per la nuova dialisi completamente fermi. Centro salute mentale con locali non a norma.
Civitanova Marche: ala nuova adiacente all’ospedale incompleta e quindi non utilizzabile.
Tutto ciò ha alimentato l’inaccettabile problema delle liste d’attesa infinite: per abbatterle si ricorre a libere professioni selvagge. Territori montani completamente sguarniti, depauperati anche dalle diagnostiche, creando un inammissibile intasamento delle strutture ospedaliere, le quali indirizzano pazienti verso strutture private, e disagi dei pazienti soprattutto anziani per raggiungere gli ospedali. E la sanità privata che avanza sempre più arrogantemente per l’ingente valore della spesa pubblica. La politica nella sanità non può risparmiare su personale e farmaci, ma sui percorsi di gestione e di appalti, e nell’eccessivo numero di dirigenti amministravi. La sanità pubblica deve uscire da queste sabbie mobili dove è finita. Per salvaguardare la salute pubblica, un bene imprescindibile in una società democratica, ripartiamo dalla trasparenza”.
Daniel Taddei, segretario generale della Cgil Macerata