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San Severino e parte del suo territorio
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Prg, duro l’attacco di Sel: “E’ finita come era iniziata”

Il Circolo di Sel (Sinistra, ecologia e libertà) ci invia la nota seguente per criticare l’operato dell’Amministrazione comunale in materia urbanistica.

“Nella seduta del Consiglio comunale di venerdì 12 febbraio la maggioranza non si è smentita nella votazione riguardante alcune varianti al Piano regolatore generale, confermando anche a fine mandato che la materia urbanistica rappresenta per essa un formidabile strumento di consenso elettorale, come del resto lo era stato pure all’inizio del mandato stesso con l’approvazione di un improbabile Prg. E allora ecco che, nonostante il vigente Prg approvato dalla coalizione Pd–Udc e componente civica (non senza il convinto apporto per gli aspetti più deprecabili del consigliere Chiodi e del suo gruppo di minoranza) sia già sovradimensionato più di 10 volte rispetto agli studi di sviluppo demografico della città; abbia perso molte delle sue peculiarità iniziali di progetto che lo caratterizzavano per un basso consumo di territorio e contenuta espansione dell’antropizzazione; e sia stato utilizzato per tentare di urbanizzare anche aree sottoposte a vincolo idrogeologico sulle sponde del fiume Potenza; l’assessore all’Urbanistica del Pd Gianpiero Pelagalli ha ritenuto comunque necessario proporre ulteriori peggioramenti, essendo stato in ciò maldestramente supportato da tutta la maggioranza, sindaco Martini in testa.

L’ottenimento di tale risultato è stato possibile grazie al gioco delle tre carte, trasferendo cioè virtualmente cubatura edificatoria concessa a suo tempo dalla giunta Eusebi nella località Collicelli per un mero scopo speculativo (e infatti mai utilizzata) in zone della città assolutamente periferiche, classificate giustamente aree agricole, quali la strada per il santuario di San Pacifico, i terreni a est del quartiere Uvaiolo, la strada di accesso alla città da Castelraimondo e altre, favorendo così solamente i relativi proprietari, impoverendo il godimento universale del territorio da parte della collettività e aumentando anche il rischio per la viabilità antropizzando aree in cui la mobilità pedonale è già più che precaria.

Tra le varianti proposte, per la verità, ve ne erano alcune che effettivamente rispondevano a una migliore razionalizzazione nell’utilizzo del territorio e che non comportavano ulteriori edificazioni, ma l’astuzia dei nostri amministratori è consistita nell’inserire tali varianti nell’unico pacchetto da approvare con le prime, così da indurre molti consiglieri comunali ad approvare il tutto al fine di non rinunciare ad alcuni obiettivi auspicabili come la definizione dell’area a uso pubblico nei pressi della chiesa di Cesolo”.

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