Alessandra Tacchi, nata nel ’97 a San Severino, ha una passione innata per l’arte e studia “Moda” al Professionale di Tolentino. In questi giorni espone le sue opere all’interno della collettiva di 25 autori allestita dall’associazione “La Tavolozza” nella chiesa della Misericordia, in Piazza del Popolo. Ne abbiamo approfittato per farle un’intervista.
Se dovessimo presentarti come artista in 3 parole, cosa dovremmo dire di te?
“Credo di essere un’artista con la testa per aria ma con i piedi per terra…”.
Qual è la tua tecnica?
“La mia abilità è la pittura ad olio, con tecniche miste tra spatola e pennello. Consolida nel tempo per contatto con l’aria, permette di ottenere effetti di luce e di profondità difficilmente raggiungibili con altre tecniche e consente inoltre di amplificare la serie cromatica, ammorbidire le tonalità e rafforzare il dipinto”.
Cosa ti stimola creativamente?
“Prendo spunto da tutta la natura che mi circonda, sfumandola ovviamente con il mio modo di essere e di intendere le cose, tanto che mi piacerebbe in futuro, attraverso di essa, andare al di là del superfluo per sensibilizzare la gente sui problemi quotidiani della vita e sui suoi valori”.
Qual è un personaggio o un riferimento nel mondo dell’arte che stimi e apprezzi? E perché?
“Gauguin, perché i giochi di colori danno un gran movimento anche alle figure più statiche”.
Cosa un giovane artista non dovrebbe mai fare?
“Quello che gli viene detto di fare!”.
Cosa cerchi di trasmettere con le tue opere?
“Vorrei tanto riuscire a trasmettere la consapevolezza che l’essere umano, da sempre sospeso tra realtà e sogno, può combattere questa sua guerra interiore attraverso l’arte e la cultura, contemplandole per raggiungere un livello spirituale superiore”.
R. P.